Case green, la direttiva europea spingerà i mutui green
La Commissione europea, nel corso dei primi giorni del mese di febbraio, ha votato favorevolmente per la famosa Direttiva sulle case green.
La norma, come molti ben ricorderanno, ha l’obiettivo di promuovere l’efficientamento energetico degli edifici.
Cosa prevede nel dettaglio, la direttiva sulle case green? Andando nello specifico, la normativa prevede la costruzione di edifici a emissioni zero a partire dal 2030.
Ma soprattutto impone l’obbligo di portare gli edifici residenziali dei paesi appartenenti l’Unione europea almeno in classe E entro il 2030 ed in classe D entro il 2033.
Lo scopo, in estrema sintesi, è quello di ridurre fortemente i consumi e le emissioni di gas serra provenienti proprio dagli edifici residenziali.
La direttiva sulle case green, senza dubbio, avrà un pesante impatto sul mercato italiano.
Allo stato attuale sono poco meno di dieci milioni gli edifici, che necessitano di una vera e propria riqualificazione. Stiamo parlando del 78% del totale.
Il superbonus, nel nostro paese, ha avuto, se non altro, il merito di incentivare i lavori di efficientamento energetico degli edifici.
È stata favorita l’installazione di nuovi infissi, la sostituzione delle vecchie caldaie, ma soprattutto la creazione di un cappotto termico che andasse ad isolare l’edificio.
Ora come ora, però, con il blocco della cessione dei crediti e lo sconto fattura, i contribuenti hanno la possibilità di richiedere i mutui green per rendere più efficiente il proprio immobile.
Dopo le case green, arrivano i mutui green
In un certo senso è possibile affermare che dopo le case green arrivino i mutui green.
Questi sono finanziamenti concessi a condizioni agevolate, che vengono erogati a quanti hanno intenzione di acquistare un’abitazione che rientra nelle classi di efficienza energetica A o B. O, in alternativa, che abbia intenzione di riqualificare un vecchio edificio, provvedendo a migliorarne l’efficienza energetica di un buon 30%.
A partire dal 2018, i mutui green sono uno strumento a livello europeo. Questi finanziamenti prevedono dei tassi inferiori di 10 punti base, con delle condizioni leggermente più favorevoli rispetto ai mutui standard.
Nella maggior parte dei casi, però, i mutui green vengono concessi per importi inferiori rispetto a quelli mediamente concessi. La banca, inoltre, si può fare carico delle assicurazioni obbligatorie.
Per gli istituti di credito, i mutui green costituiscono a tutti gli effetti un investimento a basso rischio, perché viene effettuato su un immobile che, nel corso del tempo, è destinato a veder crescere il proprio valore.
Come è cambiato il mercato negli ultimi anni
Benché nel corso degli ultimi mesi i tassi di interesse siano stati continuamente in crescita, secondo l’Osservatorio mutui di Mutuionline.it, nel periodo compreso tra il mese di gennaio 2021 e lo stesso mese del 2022, i mutui green hanno registrato una crescita del 324%.
Questo prima che si parlasse della direttiva europea sulle case green.
Provando poi a fare un confronto tra i mutui tradizionali e quelli green è possibile notare che questi ultimi hanno, mediamente parlando, un importo più alto: 170.000 euro contro 130.000 euro e vengono concessi a tassi di interesse più bassi, sia quando sono erogati a tasso fisso, che quando sono a tasso variabile.
A cambiare è anche l’età di chi richiede il mutuo: oltre il 60% delle richieste è stato presentato da persone con meno di 36 anni, mentre per i mutui tradizionali la percentuale si ferma poco sotto il 35%.
La domanda da porsi a questo punto è quale impatto avrà la direttiva europea sulle case green sui mutui verdi. Sicuramente la domanda di questo tipo di prodotti continuerà a crescere: per le banche diventerà fondamentale riuscire ad ottimizzare le procedure che permettono l’erogazione di questo importante strumento. Riuscendo a verificare l’effettivo miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici ristrutturati, le banche possono svolgere un ruolo chiave nella riqualificazione degli edifici e nel raggiungimento degli obiettivi europei.