Confcommercio: consumi in modesta ripresa, chi sale e chi scende
L’inflazione sale su base annua a novembre e con tutta probabilità anche a dicembre sopra l’1 per cento ma, assicura Confcommercio, è frutto di un effetto base in linea con le stime e come tale non deve preoccupare. Così il Centro studi dell’associazione delle imprese italiane, nella consueta Congiuntura economica secondo cui il permanere dell’inflazione su valori storicamente bassi non sembra aver attenuato i timori e la prudenza delle famiglie con la conseguenza che al momento la ripresa dei consumi non c’è.
Consumi in modesta crescita secondo Confcommercio: chi sale e chi scende
Numeri alla mano, secondo Confcommercio, per il mese di ottobre si stima per l’ICC (Indicatore dei Consumi Confcommercio) una variazione negativa di mezzo punto nella metrica destagionalizzata e una modesta crescita (+0,4%) per il tendenziale grezzo, dopo una riduzione a settembre.
Uniche note positive la crescita della domanda di beni e servizi per la comunicazione (+2,8%) e i beni e i servizi per la cura della persona (2,3%), dei trasporti aerei (+10,2%), gli elettrodomestici (+4,4%) e i servizi ricreativi (1,7%). In moderato miglioramento risultano anche i carburanti (+1,1%), i mobili e gli articoli d’arredamento (+0,7%) e gli alimentari (+0,6%).
Bene, sempre a ottobre, la spesa per l’elettronica di consumo, mentre i pranzi e le cene fuori casa sono ridotti drasticamente a favore dei pasti preparati a casa. La Congiuntura di Confcommercio segna anche una nuova riduzione della spesa per abbigliamento e calzature a cui si aggiungono le perduranti difficoltà dell’automotive, che anche ad ottobre segnala, su base annua, un calo della domanda da parte delle persone fisiche (- 0,7%). Infine variazione su base annua lievemente negativa (-0,1%) per il comparto degli alberghi e pubblici esercizi.
Come andrà il mese di dicembre per i consumi? Le aspettative restano ben orientate, ma solo sulla scorta di una residuale speranza che prima o poi i maggiori redditi reali si trasformino in maggiori consumi. I prossimi giorni, a cavallo del Black Friday, diranno se tali aspettative sono fondate.
PIL a +0,4%, battuta d’arresto per l’occupazione
Per quanto riguarda il PIL, stando ai dati diffusi da Confcommercio, per i primi nove mesi del 2024 si segnala un aumento tendenziale del +0,4%, non dissimile dall’andamento dell’ultimo quarto, con un novembre in crescita congiunturale di un decimo di punto e un tendenziale a +0,5%. Aggiungendo, quindi, due decimi dovuti al maggior numero di giornate lavorative, la chiusura del 2024 si collocherebbe a +0,6%, lontano dall’obiettivo dell’1%, si legge nel report. Rispetto al mese scorso inoltre, si confermano tutti i segnali di debolezza già individuati, tra cui l’arresto nella crescita dell’occupazione. Inoltre, la produzione industriale continua a stentare e le presenze turistiche, valutate anche in questo caso in formulazione provvisoria, sarebbero caratterizzate, a settembre, da una variazione moderatamente negativa rispetto allo stesso mese del 2023, con la componente italiana ancora in forte calo (circa -4%).