Finanza Contante, stretta sui controlli ai confini Ue: coinvolte anche le prepagate

Contante, stretta sui controlli ai confini Ue: coinvolte anche le prepagate

6 Settembre 2024 08:20

Continua la sfida dell’Unione Europea contro l’uso del denaro contante, con l’inasprimento dei controlli e verifiche più attente per chi entra e chi esce dai confini europei. Ma attenzione, perchè anche per i pagamenti digitali arrivano nuove regole per tenere sotto controllo transazioni sospette.

Durante il Consiglio dei Ministri del 4 settembre 2024, il Governo ha approvato un decreto legislativo per recepire il regolamento dell’Unione Europea riguardante i controlli sul denaro contante, con particolare attenzione al monitoraggio del trasporto transfrontaliero.

Le novità per il contante

Le nuove regole riguardano principalmente il denaro contante, per la precisione il trasporto pari o superiore a 10.000 euro; è stato introdotto l’obbligo non solo di dichiarare la somma che si ha in possesso, ma anche di metterle a disposizione dell’Agenzia delle Dogane per i relativi controlli.

Viene inoltre attivata una nuova procedura di condivisione delle informazioni raccolte durante le attività di controllo. Come evidenziato nel comunicato stampa di Palazzo Chigi, “le autorità competenti sono tenute a trasmettere alla Unità di informazione finanziaria (UIF) del rispettivo Paese, con cadenza quindicinale, le dichiarazioni relative al trasporto di valori di importo pari o superiore a 10.000 euro“. Questa comunicazione non riguarderà solo il denaro contante tradizionale, ma anche altri strumenti come le carte prepagate e altri mezzi “idonei a incorporare valore liquido”.

Alla UIF saranno inoltre trasmesse informazioni relative a sospetti casi di riciclaggio o finanziamento del terrorismo, anche quando il valore dei contanti trasportati è inferiore a 10.000 euro, così come in caso di omessa dichiarazione.

Il decreto prevede anche la possibilità per l’Agenzia delle Dogane e la Guardia di Finanza di trattenere il denaro contante per un periodo di 30 giorni, prorogabile in circostanze particolari fino a 90 giorni. Questa misura si applicherà non solo in caso di omessa dichiarazione per somme pari o superiori a 10.000 euro, ma anche per contanti di importo inferiore, qualora vi sia il sospetto di un collegamento con attività illecite.

Anche le prepagate nel mirino

Come si legge nel comunicato, a finire sotto osservazione non c’è solo il denaro liquido, ma anche la moneta digitale come la carta prepagata. Questi strumenti vengono equiparati al contante e sono quindi soggetti a maggiori controlli quando si entra o esce dai confini dell’Unione Europea.

Il provvedimento riguarda in particolare le carte prepagate non nominative, che permettono di accedere a somme di denaro per pagamenti, acquisti di beni o servizi, o conversione in valuta, senza essere collegate a un conto corrente.

Sanzioni in aumento

Novità anche sul fronte delle sanzioni, con l’aumento delle soglie percentuali in caso di violazione degli obblighi dichiarativi e informativi. Ad esempio, l’importo della somma non dichiarata da versare in caso di mancata dichiarazione di contanti superiori a 10.000 euro ma inferiori a 40.000 euro è salito dal 15% al 30%.

È stato inoltre introdotto un trattamento differenziato tra i casi di omessa dichiarazione e quelli di dichiarazione incompleta o inesatta. Le sanzioni amministrative pecuniarie per la violazione di questi obblighi sono state inasprite, rafforzando le misure punitive per chi non rispetta le normative.

Pagamenti in contante, le regole in Italia e in Europa

Nell’ambito della prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo, l’Unione Europea ha ritenuto necessario fissare un limite ai pagamenti in contanti. Questo tetto è stato introdotto con l’articolo 80 del Regolamento (UE) 2024/1624. Tuttavia, la sua applicazione sarà differita, diventando obbligatoria in tutti gli Stati membri solo a partire dal 10 luglio 2027.

L’articolo 80 del regolamento europeo specifica che il nuovo limite per i pagamenti in contanti non si applicherà ai pagamenti tra persone fisiche che non agiscono nell’esercizio di una professione e ai pagamenti o ai depositi effettuati presso enti creditizi, emittenti di moneta elettronica e prestatori di servizi di pagamento. Ad esempio, il limite non si applicherà a un privato che acquista un’auto usata da un altro privato, al contrario se invece il privato acquista un’auto usata da un concessionario.

Attualmente in Italia il limite per i pagamenti in contanti è fissato a 5.000 euro, sia per ogni singola transazione che per le operazioni suddivise nell’arco di 7 giorni. Questo tetto si applica per limitare l’uso del contante e favorire la tracciabilità delle transazioni finanziarie.