Cos’è l’isopensione, che ha permesso a Tim di tagliare 2mila posti
Isopensione e la mossa TIM: di che cosa si tratta
Che cos’è l’isopensione? Come funziona e in cosa consiste? Sono almeno 2mila i lavoratori della Tim, che potranno uscire dal mondo del lavoro proprio grazie all’isopensione.
L’azienda, infatti, è riuscita a trovare un accordo con i sindacati, grazie al quale i dipendenti potranno usufruire della misura introdotta attraverso la Legge Fornero nel 2012.
Ma a questo punto la domanda è lecita: chi può fruire dell’isopensione? E soprattutto quali caratteristiche devono avere lavoratori ed azienda per poter accedere a questa particolare misura.
Tim riduce il numero dei dipendenti
Ma iniziamo a capire cosa stia accadendo all’interno di Tim.
La società è riuscita a trovare un accordo con i sindacati, attraverso il quale è prevista l’uscita di almeno 2mila dipendenti, che avranno la possibilità di usufruire della cosiddetta isopensione fino alla maturazione dei requisiti per la pensione, quali arriveranno tra il 2028 ed il 2030 a seconda delle varie posizioni.
L’accordo è stato sostanzialmente confermato dalla Uilcom, la quale, attraverso una nota ufficiale, ha esplicitamente parlato di questo taglio. All’interno del documento, infatti, è riportato che “dopo un confronto protrattosi fino a tarda sera, abbiamo responsabilmente sottoscritto un accordo, assieme alle altre Organizzazioni Sindacali Confederali (con 57 voti favorevoli e 1 contrario, ndr) che prova a dare maggiore sostenibilità all’azienda, riducendo ancora una volta in maniera volontaria il numero degli occupati in un contesto particolarmente complicato“.
Queste uscite, in isopensione, fanno parte di un piano di ottimizzazione dei costi, che è stato annunciato da Tim all’inizio del 2022.
L’azienda, come molti altri colossi del mondo delle telecomunicazioni, deve affrontare un’importante ristrutturazione aziendale.
Alcune fonti vicine all’azienda, hanno sottolineato come – all’interno dell’accordo che è stato raggiunto con le organizzazioni sindacali – TIM si è fissata anche un altro importante obiettivo: valorizzazione al massimo il contributo delle donne all’interno dell’azienda.
Nell’operazione di bilanciamento tra uscite volontarie e nuovi ingressi, Telecom Italia ha intenzione di migliorare il mix di genere al proprio interno.
L’azienda, infatti, si è impegnata a programmare un numero di assunzioni di nuovi dipendenti donne tale da portare ad un aumento della percentuale della presenza femminile nei ruoli chiave e in quelli manageriali.
Isopensione, come funziona
Uno dei punti cardine del progetto della TIM è l’isopensione. Questa misura è stata introdotta nel corso del 2012 dalla Legge Fornero.
Permette di andare in pensione fino a sette anni prima del termine previsto.
L’isopensione è anche conosciuta come assegno di esodo: è uno strumento riservato alle grandi aziende, che hanno un’eccedenza di personale.
Risulta essere particolarmente oneroso per i datori di lavoro, ma è particolarmente sicuro per chi esce. Questo è uno dei motivi per i quali l’adesione al piano della TIM è stata elevata e veloce.
Per poter accedere all’isopensione devono mancare meno di sette anni al raggiungimento dei requisiti minimi per poter ottenere la pensione ordinaria.
Il Decreto Milleproroghe ha esteso fino al 30 novembre 2026 questa misura.
Uno dei limiti dell’isopensione, però, è legato agli accordi sindacali, che devono essere sottoscritti dall’azienda per incentivare l’uscita dal mondo del lavoro dei lavoratori più anziani.
L’isopensione, inoltre, risulta essere particolarmente gravosa per le aziende, perché prevede che il datore di lavoro versi all’Inps sia le somme per l’assegno sostitutivo della pensione, sia la contribuzione correlata.
Questa formula, in estrema sintesi, risulta essere una forma di prepensionamento, che compensa il lavoratore dello stipendio che non riceverà a causa dell’interruzione del rapporto di lavoro. L’impresa, inoltre, deve sottoscrivere una fideiussione a garanzia della propria solvibilità.