Finanza Costi figli: fino ad un terzo delle spese delle famiglie

Costi figli: fino ad un terzo delle spese delle famiglie

28 Giugno 2024 14:01

Allontanarsi dalla famiglia d’origine diventa sempre più difficile. E a confermarlo sono i numeri. Cinque italiani su dieci hanno dei figli conviventi, che, almeno nella metà dei casi, non sono economicamente autosufficienti dai genitori, anche quando sono maggiorenni.

I figli arrivano ad assorbire, mediamente, fino ad un terzo delle spese mensili di una famiglia. Tra i costi maggiori ci sono principalmente l’abbigliamento, la calzature, i libri scolastici, le attività sportive e i pasti fuori casa. Per un terzo delle famiglie il costo dei figli è addirittura più alto, oscillando tra il 40% ed il 70% del bilancio familiare. Sei genitori su dieci per riuscire a sostenere queste spese sono costretti a rinunciare agli acquisti per sé stessi, ad andare al ristorante e a ridurre le vacanze. Tre famiglie su dieci hanno dovuto imporre delle rinunce ai figli per gli acquisti di abbigliamento, di un nuovo smartphone e per le uscite con gli amici.

A mettere in luce questi dati è il Report FragilItalia Il costo dei figli, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos. Lo studio, che ha portato a questi risultati, nasce da un’analisi condotta su un campione rappresentativo della popolazione italiana.

Entriamo un po’ più nel dettaglio e vediamo i numeri della ricerca.

In figli continuano a convivere con i genitori

Il 48% delle persone intervistate ha dichiarato di avere dei figli conviventi. Soffermandosi su quelli maggiorenni – il 19% ha tra i 19 e i 25 anni ed il 23% ha più di 25 anni – il 47% risultano essere completamente a carico dei genitori, mentre il 29% lavora contribuendo alle spese della famiglia.

Il 24% dei figli maggiorenni, anche se lavora e non grava sul bilancio familiare, non va a vivere da solo, dimostrando come continui ad essere difficile per i giovani affrontare il costo di un affitto o dell’acquisto di un immobile.

In questo paese il tema famiglia è molto sensibile – spiega Simone Gamberini, presidente di Legacoop – ma lo si affronta spesso dal punto di vista etico e morale, dei legittimi diritti, oppure suggerendo o persino prescrivendo come dovrebbero essere le famiglie. Abbiamo deciso di osservarle da un punto di vista che potrebbe sembrare un po’ disincantato, ma in realtà evidenzia il ruolo della famiglia come struttura cruciale della nostra società, quello del suo costo. Invecchiamento, trend demografici negativi, disfunzionalità del mercato del lavoro, mancata inclusione delle donne nei processi economici per ragioni dirette e indirette, costo del welfare, diseguaglianze sociali e territoriali: tutti questi temi e altri ancora, in fondo, dipendono dai costi del fare e mantenere una famiglia. Quindi, se vogliamo trovare soluzioni a molti dei problemi di questo paese, dobbiamo in fondo affrontare anche questo argomento in modo meno astratto, e realizzare politiche per le famiglie che permettano di risolvere i problemi reali delle persone, consentendo loro di essere più libere e felici. La cooperazione c’è e vuole fare fino in fondo la sua parte nell’offrire risposte reali ed efficaci.

Quanto cosa avere un figlio

Mediamente la spesa destinata ai figli è pari al 34% dei costi mensili che sostiene una famiglia. Entrando un po’ più nel dettaglio si nota che:

  • il 51% delle famiglie destina ai figli tra il 21% ed il 40% della spesa;
  • il 32% tra il 40% e il 70%;
  • il 17% tra il 10% e il 20%.

Tra le voci che incidono di più sulla spesa ci sono:

  • abbigliamento: 63%;
  • testi e libri scolastici: 51%;
  • scarpe, borse e accessori e attività sportiva: 48%;
  • pasti fuori casa: 46%;
  • materiale scolastico, le spese mediche, lo svago e la mobilità: tutti al 45%.

A sentirsi maggiormente soffocati dalle spese per i figli sono soprattutto i genitori under 30, per i quali le prime tre voci indicate raggiungono valori pari rispettivamente del 73%, 62% e 54%.

Spesso le famiglie devono effettuare delle rinunce per affrontare le spese necessarie per i figli. Il 66% dei genitori ha rinunciato ad acquistare qualcosa per se stessi. Ma l’elenco delle rinunce non si ferma qui:

  • il 60% ha rinunciato ad andare al ristorante ed ha ridotto il periodo di vacanza;
  • il 58% all’acquisto di un’auto nuova;
  • il 51% ha dovuto tagliare sulla spesa alimentare preferendo i prodotti in offerta;
  • il 39% ha dovuto rinunciare ad una visita medica privata o l’ha dovuta rinviare.

Spesso sono anche i figli a dover sottostare ad alcune rinunce, soprattutto quando le famiglie sono costrette a tagliare le spese. Nel 37% dei casi hanno dovuto rinunciare a delle spese per abbigliamento, scarpe e allo smartphone nuovo. Il 30% alle uscite con gli amici, il 255 ad un viaggio studio all’estero e il 23% ad iscriversi al corso di studio che desiderava.

A dover sottostare alle rinunce maggiori per motivi economici sono i figli dei genitori under 30 e quelli residenti nelle isole: in questo caso la rinuncia allo smartphone arriva al 50%, ai viaggi di studio all’estero il 37% e all’iscrizione al corso di studi desiderato il 33%. E colpisce quelli appartenenti al ceto popolare.