Boom di utili per ENI grazie a effetto petrolio, potenziato il buyback
Calda accoglienza del mercato ai conti di ENI. Il titolo segna stamattina oltre +3% in area 11,44 euro. I numeri del trimestre hanno tratto giovamento dal bazlo dei prezzi energetici, con prezzo del petrolio Brent a $114 nel 2° trimestre rispetto ai 69 dollari del 2Q del 2021.
“Riteniamo che il nuovo set informativo abbia implicazioni positive per il titolo grazie risultati significativamente migliori delle attese (10% a livello di EBIT, 12% a livello di NI adj), l`outlook sulla generazione di cassa implicitamente migliorato di €1 bn oltre alla variazione di scenario sul Brent (+$15/bbl) e FX; buyback da €2,4 mld”, argomentano gli analisti di Equita. La nuova remunerazione per gli azionisti è pari al 13,5% sulla market cap (dividend yield del 7,5% + Buyback yield 6%).
I numeri del trimestre
L’utile netto adjusted del gruppo ENI nel 2° trimestre è stato di 3,81 miliardi (€7,08 miliardi nel primo semestre 2022), in miglioramento di 2,9 miliardi rispetto al secondo trimestre 2021 (+€5,9 miliardi nel primo semestre) sostenuto dal robusto utile operativo a cui si aggiunge la positiva performance delle partecipazioni valutate all’equity e la riduzione del tax rate (sostanzialmente invariato nel confronto con il primo trimestre 2022). Il consensus Bloomberg indicava un utile netto adj di 3,14 mld.
Il colosso del cane a sei zampe segna un EBIT adjusted di gruppo del secondo trimestre 2022 di €5,84 miliardi, in crescita del 13% rispetto al trimestre precedente e più che duplicato rispetto al secondo trimestre 2021, trainato dal favorevole andamento dello scenario prezzi delle commodity, dai robusti margini di raffinazione e dalla costante attenzione al controllo dei costi e alla performance operativa dei business.
Il segmento E&P ha conseguito un Ebit adjusted di €4,87 miliardi nel secondo trimestre 2022, in crescita sequenziale dell’11% e più che raddoppiato rispetto al secondo trimestre 2021.
Il flusso di cassa adjusted è di €10,8 miliardi “I solidi risultati conseguiti e l’aggiornamento delle nostre previsioni
sul mercato di riferimento ci consentono di migliorare la remunerazione degli azionisti aumentando il programma 2022 di acquisto di azioni proprie a €2,4 miliardi”, rimarca l’ad Claudio Descalzi.
Descalzi: profuso il massimo impegno nel garantire la sicurezza degli approvvigionamenti energetici
“In un contesto di incertezza e volatilità dei mercati, ci siamo attivati rapidamente per garantire nuovi flussi di approvvigionamento. Dopo gli accordi sulle forniture di gas con i nostri partner in Algeria, Congo ed Egitto nella prima parte dell’anno, a giugno Eni è entrata nel progetto North Field East in Qatar, il più grande sviluppo di GNL al mondo. In Africa orientale, abbiamo avviato la produzione di gas del progetto Coral South FLNG operato da Eni, il primo a valorizzare il grande potenziale del Mozambico”. Così Claudio Descalzi, AD di Eni, nel commentare i conti dei primi sei mesi del 2022.
“In Italia – prosegue Descalzi – ci siamo proattivamente impegnati nella ricostituzione degli stoccaggi di gas in previsione della prossima stagione invernale e le nostre raffinerie hanno aumentato significativamente i tassi di lavorazione per garantire un adeguato flusso di prodotti petroliferi per soddisfare la richiesta di mercato.
Abbiamo profuso il massimo impegno nel garantire la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, continuando nel mentre ad attuare la nostra strategia di decarbonizzazione”.
IPO di Plenitude rimane nei piani
In Plenitude, il programma di espansione della capacità di generazione da fonti rinnovabili prosegue verso l’obiettivo di superare i 2 GW entro la fine dell’anno; date le condizioni di mercato, l’IPO è stata rimandata ma rimane nei nostri piani. “Il business Eni della mobilità sostenibile incrementerà il valore delle nostre bioraffinerie, facendo leva sull’integrazione verticale con il nostro innovativo agri-business e il portafoglio di soluzioni decarbonizzate. Tecnologie breakthrough sono il motore del nostro sviluppo come testimonia la costruzione in corso dell’impianto dimostrativo di fusione magnetica che punta a produrre energia netta da fusione nel 2025.