Eni macina utili nel 2021: profitti per 4,7 mld, top da 2012. Confermato dividendo, il 18/3 la strategia
“La disciplina finanziaria e la riduzione dei costi implementate in risposta alla crisi del Covid-19 hanno consentito a Eni di cogliere l’upside della forte ripresa economica del 2021”. Eni ha presentato questa mattina i risultati preliminari per il 2021 che vedono l‘Ebit adjusted raggiungere quota 9,7 miliardi di euro (con un incremento di 7,8 mld rispetto al 2020, +400%), mentre l’utile netto adjusted balzare a 4,7 miliardi, il più alto dal 2012, “per effetto della performance operativa, dei migliori risultati delle partecipazioni all’equity e per il sensibile recupero dello scenario upstream”. Indicazioni che spingono al rialzo, sin dai primi minuti di scambi, Eni in Borsa: il titolo è il migliore del Ftse Mib, con una crescita di circa l’1,7% a 13,57 euro.
Tornando ai conti dell’esercizio 2021, è stato realizzato un flusso di cassa di 12,7 mld che ha finanziato capex netti di 5,8 mld, con un free cash flow organico di 7,6 mld. La società del Cane a sei zampe precisa che la generazione di cassa organica è “in grado di coprire il pagamento dei dividendi e il buy-back (in totale 2,8 mld), la manovra di portafoglio a sostegno dei business della transizione (2,1 mld) e permette di ridurre il debito netto a 9 mld e il rapporto di leva a 0,20 rispetto a 0,31 a fine 2020”.
Quanto ai numeri del quarto trimestre 2021, Eni registra un utile operativo rettificato di 3,81 miliardi rispetto ai 488 milioni dell’ultimo scorcio del 2020, mentre l’utile netto sempre in versione rettificata sale a 2,11 miliardi in confronto ai 50 milioni dell’analogo periodo nel 2020 (consensus Bloomberg a 1,91 miliardi). La produzione d’idrocarburi del quarto trimestre è di 1,74 milioni di boe/g, +2,7% rispetto allo stesso trimestre del 2020 a parità di prezzo e +3,2% rispetto al terzo trimestre 2021.
“Riteniamo che il set di risultati abbiano implicazioni positive per il titolo grazie ai conti migliori delle attese. La qualità degli utili è elevata confermata dalla forte generazione di cassa che ha permesso alla PFN (ante IFRS16) di scendere sotto i 9 miliardi con un leverage migliore della guidance”, commentano gli analisti di Equita che confermano la raccomandazione buy e il target price di 15,5 euro.
Confermata proposta dividendo 2021 di €0,86, Strategy Presentation il 18 marzo
Eni ha confermato la proposta dividendo 2021 già annunciata al mercato di 0,86 euro per azione, di cui 0,43 euro versati in sede di acconto a settembre 2021. Quanto all’outlook per il 2022, Eni potrebbe fare più chiarezza sulle sue prospettive durante la ‘strategy presentation’ prevista per il 18 marzo, quando verranno illustrate le prospettive del business e i principali target industriali e finanziari a breve/medio e lungo termine.
Quotazione Plenitude
“La quotazione di Plenitude, che integra rinnovabili, clienti e e‐mobility, ci consentirà di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni scope 3 dei nostri clienti domestici”. Così Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, nel commentare i risultati trimestrali e di bilancio diffusi oggi, si è soffermato sui progetti che il gruppo avviato in tema di transizione energetica. “Anche il portafoglio upstream rimane una importante leva di creazione di valore per la transizione energetica, come dimostra il successo della quotazione di Vår Energi presso la borsa norvegese, la più grande Ipo di una società O&G da oltre un decennio, e la prossima creazione insieme a BP di un veicolo strategico in Angola che combinerà le operazioni dei due partner”, ha sottolineato Descalzi.
Infine, ha ricordato il numero uno di Eni, il progetto HyNet per la cattura e stoccaggio della CO2 in UK, i progetti di agro‐hub per la fornitura di biofeedstock delle bioraffinerie, e il test della fusione magnetica condotto da CFS di cui il gruppo è tra i principali azionisti.
“In sintesi, il 2021 è stato un anno di conferma della efficacia della strategia che abbiamo lanciato fin dall’inizio della pandemia, e che ci ha permesso in pochi mesi di riportare la struttura patrimoniale a livelli pre‐crisi e, nel contempo, di rafforzare il nostro piano di transizione”, ha concluso.