Battuta d’arresto della produzione industriale, incertezza politica ha pesato sull’economia
La produzione industriale registra una battuta d’arresto tornando sui livelli di febbraio 2018. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, la produzione industriale in Italia è scesa ad aprile dell’1,2% rispetto a marzo, quando era invece salita dell’1,2%. Deluse le attese degli analisti che si aspettavano un calo più contenuto pari soltanto a un -0,6%. Guardando nel dettaglio, soltanto il comparto dei beni strumentali ha evidenziato una crescita della produzione (+0,7%), mentre in tutti gli altri raggruppamenti si è registrata una flessione: energia (-4,8%), beni di consumo (-1,3%) e beni intermedi (-1,1%).
In rallentamento e peggio delle aspettative anche la rilevazione su base annua, quindi nei confronti di aprile 2017: corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 19 contro i 18 di aprile 2017) la produzione industriale ha mostrato un aumento dell’1,9% contro il +3,4% stimato dal mercato. Anche per alcuni grandi paesi europei come Germania e Spagna si sono registrati rallentamenti ad aprile.
Dati negativi che diventano ancora più preoccupanti se si considera che rispetto a 10 anni fa c’è ancora una abisso da colmare. Se si confrontano i dati di oggi con quelli dell’aprile 2008, infatti, la produzione è ancora inferiore del 21,1% e i beni di consumo durevoli hanno un gap rispetto ai valori pre-crisi del 29,4 per cento. Va meglio per i beni di consumo non durevoli, anche se permane una distanza dell’8,3 per cento, ha sottolineato l’Unione Nazionale dei Consumatori.
Stop industria dopo crisi consumi, incertezza politica ha pesato su economia
La battuta d’arresto dell’industria ad aprile rispecchia la situazione negativa dell’economia italiana, con gli indicatori che negli ultimi mesi hanno registrato dati in calo su commercio, vendite, consumi e fiducia di famiglie e imprese (Leggi QUI). “La situazione di incertezza politica che ha caratterizzato il paese nelle ultime settimane ha avuto effetti dirompenti sull’economia, minando la fiducia delle famiglie e le aspettative di consumatori e imprese sul futuro, con conseguente contrazione della spesa che si è tradotta in una frenata per la produzione industriale”, ha commentato Carlo Rienzi, presidente di Codacons.