Consumi al palo, vendite al dettaglio accelerano al ribasso. Si salva solo l’ecommerce
Si conferma la debolezza dei consumi interni in Italia con le vendite al dettaglio che accelerano al ribasso, deludendo le attese. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, a maggio le vendite al dettaglio hanno mostrato un ribasso dello 0,7% rispetto al mese precedente, quando erano già scese dello 0,3%. Gli analisti si aspettavano un rialzo dello 0,2%. Andamento negativo anche nei confronti dello scorso anno: su base annua, le vendite al dettaglio sono scese dell’1,8% (le agttese erano per +3,8%). In entrambi i casi diminuiscono le vendite di beni alimentari e dei prodotti non alimentari.
“Una débâcle – ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Peggio di così non poteva andare. Scendono le vendite sia in volume che in valore, sia alimentari che non alimentari. Insomma, non si salva nessuno!”. Per i piccoli negozi, poi, è un tracollo: -3,6% in un solo anno. “Se a questo aggiungiamo che, rispetto ai valori pre-crisi del maggio 2008, i piccoli negozi segnano già una perdita delle vendite del 14,6%, -17,1% per le vendite alimentari, il crollo assume risvolti drammatici” prosegue Dona. In calo anche la grande distribuzione che segna una flessione delle vendite dello 0,4%. In crescita il commercio elettronico (+10,6%).
Coldiretti: scongiurare aumento dell’Iva
“La stagnazione dei consumi, alimentari e non, conferma la necessità di scongiurare qualsiasi ipotesi di aumento dell’imposta sugli acquisti– sottolinea la Coldiretti – L’aumento dell’Iva rischia di riguardare anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10% e il vino e la birra al 22% che rappresentano componenti importanti nei consumi delle famiglie”. La spesa alimentare è infatti la principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione con un importo complessivo di 244 miliardi.