Consumi al palo: vendite ferme ad aprile, nonostante Pasqua. Codacons, evitare a tutti i costi l’aumento Iva
I consumi delle famiglie italiane non ripartono. Ad aprile le vendite al dettaglio in Italia, che suggeriscono l’andamento dei consumi interni, hanno registrato una variazione nulla rispetto al mese precedente. Questa dinamica stazionaria, ha spiegato l’Istat, è la sintesi di un aumento delle vendite dei beni alimentari (+1%), sostenute dalle festività di Pasqua che quest’anno sono cadute ad aprile, e di un calo delle vendite dei prodotti non alimentari (-0,7%). Su base annua, le vendite al dettaglio somno salite di circa il 4%.
A fare le spese di questa situazione sono soprattutto i piccoli negozi, che da inizio anno registrano una riduzione complessiva delle vendite del -0,3% rispetto allo stesso periodo del 2018, contro la grande distribuzione che invece ha registrato un +1,1% e soprattutto il commercio elettronico (+14,5%). “Tali numeri – ha commentato Carlo Rienzi, presidente del Codacons – rappresentano l’ennesima conferma del fatto che l’Iva non deve aumentare, perché un ritocco delle aliquote determinerebbe un rialzo dei prezzi al dettaglio con conseguente crollo dei consumi ed effetti deleteri per il commercio, le cui vendite sono ancora lontanissime dai livelli pre-crisi”.
Confrontando infatti i dati di oggi con quelli pre-crisi dell’aprile 2008, nonostante 11 anni fa la Pasqua fosse il 23 marzo, i piccoli negozi segnano ancora una perdita delle vendite del 10%, e per le vendite alimentari il crollo è addirittura del 14,6% (-8,8% per i non alimentari), seocndo le rilevazioni dell’Unione Nazionale Consumatori.