Finanza Dati Macroeconomici Eurozona: l’economia resta debole a inizio 2020, miglioramento solo in Francia e Germania

Eurozona: l’economia resta debole a inizio 2020, miglioramento solo in Francia e Germania

24 Gennaio 2020 10:40

All’inizio del 2020 la crescita dell’Eurozona resta debole. L’attività terziaria rallenta e il settore manifatturiero si mantiene in una fase di contrazione. La crescita delle due maggiori economie dell’area, ovvero Francia e Germania, aumenta ma viene controbilanciata dalla quasi stagnazione degli altri peasi. E’ questo il quadro che emerge dagli indici Pmi (Purchasing Managers Index), elaborati dall’istituto IHS Markit, che attraverso una indagine sui direttori d’acquisto delle principali aziende testa le opinioni sull’andamento del comparto.

Settore terziario si conferma traino dell’economia europea, ma dà segnali di rallentamento
A gennaio, secondo la stima preliminare, il Pmi Composito dell’Eurozona è rimasto invariato a 50,9 punti, indicando di nuovo la debole espansione dell’economia. Fin dall’inizio dell’ultimo trimestre del 2019, il tasso di espansione è rimasto pressoché stabile, registrando il valore più debole in circa sei anni e mezzo. Ancora una volta, l’espansione si è concentrata sul settore terziario, che però ha assistito ad un aumento dell’attività leggermente più debole. Allo stesso tempo, la produzione manifatturiera è rimasta in zona contrazione, registrando però un tasso di declino più moderato che ha indicato il valore più debole degli ultimi cinque mesi. Nel dettaglio, l’indice Pmi servizi a gennaio è sceso a 52,2 punti dai 52,8 punti, mentre il Pmi manifatturiero è salito a 47,8 punti dai 46,3 punti di dicembre.

“A gennaio a cambiare è stato solo l’anno in quanto la performance dell’economia dell’eurozona è rimasta sicuramente familiare – ha commentato Andrew Harker, associate director presso IHS Markit – La crescita della produzione è rimasta invariata rispetto al modesto tasso osservato a dicembre. Tale dato ha mostrato un’economia che ancora una volta non è riuscita a registrare una ripresa dell’espansione”.

Toni più incoraggianti invece da Bert Colijn, senior economist Eurozone di ING, che da questi dati vuole vedere il bicchiere mezzo pieno. “Con un accordo commerciale di Fase 1 in atto, nessun ulteriore dazio per le auto europee e una certa certezza sulla tempistica della Brexit, alcuni dei fattori che frenavano la produzione manifatturiera sono migliorati – ha sottolineato l’esperto – Certo, non c’è da aspettarsi un immediato recupero, tuttavia, ci sono alcuni numeri incoraggianti che confermano la ripresa della crescita”.

Solo Francia e Germania danno segnali positivi
Le due maggiori economie dell’Eurozona hanno registrato un inizio d’anno positivo. La Germania in particolare, grazie al primo incremento dei nuovi ordini da giugno scorso, ha mostrato segnali di ripresa indicando la seconda crescita della produzione generale mensile consecutiva. La maggiore espansione dell’attività terziaria e la minore contrazione della produzione manifatturiera hanno entrambe contribuito al miglioramento del quadro economico. L’economia della Francia ha continuato a indicare una prestazione forte con il decimo aumento mensile consecutivo della produzione. Tuttavia, visto l’indebolimento della crescita del settore terziario, i tassi di espansione hanno indicato valori meno forti. Il resto dell’Eurozona ha mostrato segnali di indebolimento. La crescita della produzione è diminuita segnando i valori minimi in sei anni e mezzo e mostrando che l’attività economica al di fuori del territorio tedesco e francese è vicina alla stagnazione.