Inflazione rallenta allo 0,5%, crolla il carrello della spesa
Frena ulteriormente l’inflazione a febbraio, con i prezzi che aumentano solo dello 0,5% mentre i listini alimentari calano dello 0,8% determinando risparmi per le famiglie sulla spesa alimentare.
Secondo i dati definitivi dell’Istat, il tasso di inflazione si è attestato a febbraio allo 0,5% su base annua, in calo dallo 0,9% di gennaio e in calo rispetto anche alla stima preliminare pari allo 0,6%. Su base mensile, l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato una variazione nulla. La frenata dell’inflazione si deve prevalentemente all’inversione di tendenza dei prezzi degli alimentari non lavorati (-3,2% da +0,4% di gennaio), cui si aggiunge il rallentamento della crescita dei prezzi sia degli alimentari lavorati (+1,3% da +2,1%) sia dei beni energetici (+5,3% da +6,4%). Il rallentamento non riguarda la dinamica dell’inflazione di fondo, vale a dire al netto degli energetici e degli alimentari freschi, che si attesta a +0,6% come a gennaio.
L’inflazione a questi livelli, per una coppia con due figli, porta l’aggravio di spesa annuale a fermarsi a 195 euro, ma per il carrello della spesa il risparmio è di 46 euro. Mentre per la coppia con un figlio, ossia la tipologia di nucleo familiare ora più diffusa in Italia, a fronte di un rialzo di 180 euro su base annua, i ribassi per spesa di tutti i giorni sono pari a 43 euro.
Dove la spesa è più cara
L’Unione Nazionale dei consumatori ha stilato il podio delle città e regioni più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita. Secondo lo studio dell’associazione di consumatori, in testa alla graduatoria dei capoluoghi più cari, in termini di maggior spesa, si conferma Bolzano, con il picco dell’inflazione, 1,6%, equivalente, per una famiglia da quattro componenti, a una spesa supplementare su base annua di 895 euro, contro una media per l’Italia di 193 euro. Al secondo posto Venezia, dove il rialzo dei prezzi dell’1,1% determina un aumento del costo della vita, per una famiglia di quattro persone, pari a 515 euro e, terza, Trento, dove l’inflazione dello 0,9% comporta un aggravio annuo di spesa di 459 euro.
In testa alla classifica delle regioni più costose, in termini di rincari, ancora una volta, il Trentino Alto Adige, dove l’inflazione dell’1,2% significa, per una famiglia di quattro persone, una batosta pari a 649 euro su base annua. Segue la Toscana, dove l’incremento dei prezzi pari allo 0,9% implica un’impennata del costo della vita pari a 411 euro e, terza, la Liguria, dove l’inflazione dello 0,9% genera una spesa annua supplementare di 362 euro.