Italia: calo della disoccupazione nel terzo trimestre, ma non al Nord
In Italia il tasso di disoccupazione è in diminuzione sia rispetto al trimestre precedente sia in confronto a un anno prima. Il miglioramento, spiega l’Istat, si associa alla stabilità congiunturale e alla diminuzione tendenziale del tasso di inattività, ossia delle persone che pur non essendo occupate non cercano lavoro. Queste dinamiche si inseriscono in una fase persistente di debole crescita dei livelli di attività economica, confermata, nell’ultimo trimestre, da una variazione congiunturale dello 0,1% del Pil.
Nel terzo trimestre restano pressoché invariati i divari territoriali: il tasso di occupazione aumenta soprattutto nel Centro (+0,8 punti) e con minore intensità nelle altre due aree (+0,4 punti in entrambi i casi). Il tasso di disoccupazione, quindi, diminuisce nel Centro e nel Mezzogiorno mentre rimane invariato al Nord. Il tasso di inattività cala in tutte e tre le ripartizioni territoriali (-0,4 punti nelle regioni settentrionali e meridionali e -0,1 punti nel Centro).
Diminuiscono le differenze di genere. Tra le donne la crescita del tasso di occupazione è più intensa (+0,7 punti in confronto a +0,3 punti gli uomini). Andamenti opposti si riscontrano invece per cittadinanza: all’aumento del tasso di occupazione per gli italiani (+0,6 punti) si contrappone il calo per gli stranieri (-0,3 punti). I giovani di 15-34 anni registrano un rilevante aumento del numero di occupati (+86 mila; +1,7%) e del relativo tasso di occupazione (+0,9 punti), a cui si associa la diminuzione dei tassi di disoccupazione e inattività. Continua anche l’incremento degli occupati over50 e del relativo tasso (+0,8 punti), dovuto anche alle minori uscite per pensionamento. Diminuiscono gli elevati divari per livello di istruzione: il tasso di occupazione si porta al 77,9% per i laureati (-0,1 punti), al 64,7% per i diplomati (+0,3 punti) e al 45,4% per chi ha conseguito al massimo la licenza media (+0,6 punti).
Nella ricerca di lavoro si riscontra una riduzione del numero medio di azioni di ricerca (da 3,2 a 3 azioni) e continua a prevalere l’uso del canale informale: rivolgersi a parenti, amici e conoscenti rimane la pratica più diffusa (80,7%); seguono l’invio di curriculum (64,1%), la ricerca tramite internet (53,9%), la consultazione di offerte di lavoro sui giornali (24,1%) e l’aver contattato il Centro pubblico per l’impiego (20,8%).