Italia: fiducia consumatori e imprese in calo dopo mesi di aumento. Perchè la flessione non deve preoccupare
Il sentiment tra i consumatori e le imprese in Italia torna a deteriorarsi ad agosto, dopo diversi mesi di aumento. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, ad agosto è sceso sia l’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 116,6 a 116,2) sia quello delle imprese (da 115,9 a 114,2).
Il lieve calo della fiducia dei consumatori, dopo quattro mesi consecutivi di aumento, è causata sostanzialmente da un marcato calo delle attese sulla situazione economica generale e da un deterioramento dei giudizi sia sulla situazione familiare sia sull’acquisto di beni durevoli. In particolare, la componente personale è scesa da 112,2 a 110,8 e quella futura da 123,5 a 122,5 mentre il clima economico è migliorato da 129,6 a 132,4 e quello corrente è rimasto sostanzialmente stabile (da 111,9 a 112,0). In altre parole, mentre il clima di fiducia basato sulle aspettative del proprio bilancio familiare subisce un leggero rallentamento, quello basato sulle aspettative di crescita del Paese aumenta. “I frutti della crescita non sono ancora direttamente percepiti ma si attendono con fiducia”, spiega Lucio Poma, capo economista di Nomisma commentando i dati Istat.
Sebbene il peggioramento del sentiment sia inaspettato, il dato non deve preoccupare, almeno per il momento. “Dato negativo e inaspettato, ma non preoccupante, vista l’entità del calo – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Evidentemente l’effetto vacanze era già scattato a luglio e giugno, quando si era tornati a una vita quasi del tutto normale, con le riaperture e la fine del lockdown, recuperando per la prima volta la fiducia pre-crisi”. Rispetto a febbraio 2020, ultimo mese pre-lockdown, la fiducia dei consumatori resta comunque superiore di ben 5,4 punti, mentre rispetto a gennaio 2020, ultimo mese pre-pandemia, è ancora maggiore di 4,2 punti.
Per quanto riguarda la fiducia delle imprese, si è registrato un calo di 1,7 punti percentuali, dopo 8 mesi consecutivi di aumento. Il dato rimane comunque su livelli storicamente elevati. A determinare la flessione dell’indice hanno contribuito principalmente il settore manifatturiero e quello delle costruzioni, dove tutte le componenti sono in peggioramento, nonché i servizi di mercato con le attese sugli ordini in decisa diminuzione. Ha fatto eccezione il commercio al dettaglio dove l’indice è aumentato (da 111,3 a 113,9).