Italia: Pil -5,3% nel I trimestre, caduta mai registrata dal 1995. Unc: crollo drammatico, ma in linea con stime governo
L’effetto Covid sull’economia italiana è peggiore del previsto, con una flessione nei primi tre mesi del 2020 mai registrata dal 1995. Secondo la rilevazione dell’Istat, il Prodotto interno lordo (Pil) ha segnato nel primo trimestre una contrazione del 5,3% rispetto al trimestre precedente e del 5,4% nei confronti del primo trimestre del 2019. Si tratta di cifre peggiori rispetto alla prima lettura, rilasciata lo scorso 30 aprile, che aveva rilevato una contrazione congiunturale del Pil del 4,7% mentre quella tendenziale era stata del 4,8%.
A trascinare la caduta del Pil, spiega l’Istat, è stata soprattutto la domanda interna (incluse le scorte), mentre quella estera, anch’essa in calo, ha fornito un contributo negativo meno marcato (-0,8 punti percentuali). Sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato fortemente negativo per 4 punti e quello degli investimenti per 1,5, mentre un ampio contributo positivo (+1 punto percentuale) è venuto dalla variazione delle scorte.
Crollo drammatico, ma in linea con previsioni Def
“Crollo drammatico, ancora peggiore rispetto alle stime iniziali, ma in linea con le previsioni del Governo”, commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Considerato che i negozi sono stati chiusi solo dal 12 marzo, mentre le attività produttive sono state sospese solo a partire dal 23 marzo, ed entro il 25 marzo, in pratica una settimana su 4, si tratta di una caduta incredibile, come sottolinea la stessa Istat. Tuttavia, nel Def era stimato un crollo ancora superiore, del 5,5 per cento.
1 milione di nuovi poveri
Il crollo della ricchezza prodotta dal Paese ha provocato la perdita di posti di lavoro con 1 milione di nuovi poveri, secondo la Coldiretti. Fra i nuovi poveri ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che si sono fermate. Insomma, persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. Una fascia di nuovi indigenti che fa salire a 3,7 milioni il numero totale di persone che in Italia in questo momento hanno bisogno di auto per mangiare, secondo le proiezioni Coldiretti sugli ultimi dati Fead.