L’inflazione risale a febbraio all’1,1% annuo, in aumento i prezzi degli alimenti. Quali effetti sul carrello?
Riparte l’inflazione in Italia a febbraio. L’Istat rende noto che, stando alla stima preliminare, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra questo mese un aumento dello 0,2% su base mensile e dell’1,1% su base annua (da +0,9% registrato nel mese precedente). La lieve accelerazione dell’inflazione è imputabile prevalentemente ai prezzi dei beni alimentari, sia lavorati (da una variazione tendenziale nulla a +1,2%) sia non lavorati (da +1,7% a +3,7%). In aumento, anche se in misura minore, i prezzi dell’energia domestica, luce e gas, che da +0,3% hanno segnato un +0,8%, e dei tabacchi (da +2,9% a +4,5%). Questa dinamica è stata in parte attenuata dal rallentamento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti e di quelli relativi alle comunicazioni.
“Le componenti maggiormente volatili continuano a determinare oscillazioni dell’inflazione, sia al rialzo sia al ribasso”, commenta l’Istat. E così l’inflazione di fondo, vale a dire al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane contenuta e stabile a +0,5%, mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera da +0,6% a +0,8%.
“Si interrompe la frenata dell’inflazione che era servita a ridare fiato alle famiglie, salvaguardando il loro potere d’acquisto – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Un effetto dovuto più che alle gelate, alle speculazioni sui vegetali freschi. Il carrello della spesa che nei mesi scorsi era diminuito, balza da +0,6% a +2,1%”. Secondo i clacoli dell’associazione dei consumatori, per una coppia con due figli, l’inflazione a +1,1% significa avere una maggior spesa annua complessiva di 376 euro, 249 euro per i beni ad alta frequenza di acquisto e ben 170 euro per il solo carrello della spesa, ossia per gli acquisti quotidiani, mentre si arriva a ben 155 euro per abitazione, acqua ed elettricità e 155 anche per l’alimentazione. Per la coppia con 1 figlio, la tipologia di nucleo familiare ora più diffusa in Italia, la stangata è di 350 euro su base annua.