Debito pubblico: Italia da triste primato, si appresta a battere la Grecia
Debito pubblico: l’Italia si avvia a battere la Grecia
Debito pubblico: entro due anni Roma batterà Atene. La Grecia ha intenzione di lasciarsi alle spalle il titolo di paese più indebitato dell’Unione europea, almeno in termini percentuali.
Per centrare questo obiettivo sono due le strade che ha deciso di intraprendere: un taglio alla spesa e la volontà di contenere al massimo la necessità di prestiti.
L’obiettivo dovrebbe essere centrato nel corso del 2026: a quel punto sul podio dei paesi più indebitati dell’Ue ci salirà l’Italia.
A prevedere questo sorpasso sono i programmi di stabilità che Roma ed Atene hanno presentato la scorsa settimana alla Commissione europea.
Debito pubblico, ecco chi corre di più
I programmi di stabilità della Grecia e dell’Italia scattano una fotografia aggiornata sulle stime dei rispettivi tecnici del Tesoro per il periodo 2023-2026.
In Grecia, tra quattro anni il debito pubblico risulterà essere pari al 132% del Pil, mentre in Italia sarà il 140,4%.
Senza dubbio per Atene, raggiungere quell’obiettivo sarebbe sfondare un traguardo enorme, dato che in piena pandemia – nel 2020, per l’esattezza – l’indebitamento aveva superato il 200% del Pil: per essere precisi aveva toccato il 206,3%.
Il debito pubblico in Italia, oggi è pari al 144,2%, che dovrebbe scendere al 140,4% nel 2026, almeno stando alle previsioni dei tecnici del Tesoro.
L’Italia sta riducendo il proprio debito pubblico più lentamente rispetto a quello della Grecia.
Quali sono le motivazioni che hanno portato a queste differenze?
Roma e Atene hanno la possibilità di giocare la carta del Pnrr, in modo da poter far respirare le rispettive economie.
La Grecia, però, sembra essere riuscita a trovare un sistema per trasformare i fondi europei in spinta maggiore per far crescere l’economia.
Atene prevede così che il Pil greco possa crescere del 2,3% nel 2023, del 3% nel 2024 e del 2,1% nel 2025. Nel 2026 il Pil potrebbe crescere del 2,1%.
In Italia, invece, c’è meno ottimismo: nel 2023 il Pil dovrebbe raggiungere un +0,9%, mentre potrebbe salire all’1,4% nel 2024 e dell’1,3% nel 2025 e dell1,1% nel 2026.
Volendo sintetizzare al massimo, questo significa che la Grecia stima dei tassi di crescita doppi rispetto a quelli italiani.
La Grecia è più frugale
Atene dalla sua non ha solo e soltanto una migliore performance economica.
Per riuscire a ridurre l’indebitamento è necessario provvedere a tagliare le spese, come ricordano spesso e volentieri molti fautori del rigore europeo.
Uno degli indicatori in questo senso è costituito dal cosiddetto avanzo primario, che è costituito dalla differenza tra le entrate e le uscite di uno Stato.
Il calcolo viene effettuato al netto degli interessi pagati sul debito pubblico.
La Grecia ha previsto un avanzo primario pari all’1,1% del Pil, mentre l’Italia stima un disavanzo per il 2023: le spese andranno a superare le entrate.
Atene prevede di riuscire a portare a casa entrate anche nel corso dei prossimi anni: l’avanzo previsto nel 2024 è del 2,1% e dovrebbe arrivare al 2,5% del Pil nel 2026.
L’Italia potrebbe trovare positivo il prossimo anno, ma ad appena lo 0,3% del Pil, anche se Roma promette che l’avanzo nel 2026 sarà del 2%.
Il differente trend tra i due paesi sarebbe determinato, secondo gli esperti, anche da una differente struttura del debito pubblico.
La Grecia ha una bassa necessità di nuovi prestiti, a differenza dell’Italia.
Per quelli già sottoscritti con l’Unione europea Atene non pagherà interessi fino al 2031.
Per questo la Grecia starebbe spingendo sul taglio delle spese, in modo da farsi trovare preparata nel momento in cui dovrà iniziare a pagare gli interessi congelati.