Debito Usa, countdown default. La data clou e l’alert di Janet Yellen
Tetto debito Usa, countdown default: l’appello di Janet Yellen
Nel caso in cui non dovesse essere alzato il tetto del debito gli Usa potrebbero dichiarare default il 1° giugno 2023. Janet Yellen, segretario al Tesoro, si è già fatta sentire, spiegando che attendere fino all’ultimo momento, prima di agire, potrebbe avere delle pesanti conseguenze sulla fiducia delle imprese dei consumatori.
Con questa sua presa di posizione, particolarmente forte, la Yellen contribuisce a mantenere alta la pressione nei confronti del presidente statunitense Joe Biden e sul Congresso, che dovrebbero trovare un accordo per aumentare il tetto del debito USA, prima che arrivi il tanto temuto giorno della resa dei conti.
Sintetizzando al massimo, gli Stati Uniti d’America potrebbero trovarsi costretti a dichiarare default a giugno, nel caso in cui il tetto del debito non dovesse venire alzato.
Janet Yellen ha presentato ufficialmente le proprie stime, che, però, non hanno contribuito a modificare la tempistica tra i negoziatori, che sono alla ricerca di un vero e proprio accordo per riuscire ad aumentare il tetto del debito di qualcosa come 31,4 trilioni di dollari.
La data è stata fissata al 1° giugno 2023.
Secondo una stima della Yellen, il Tesoro corre il rischio di rimanere senza fondi proprio entro il primo giorno del mese di giugno. I tempi, a questo punto, sembrerebbero essere troppo risicati.
Gli Usa rischiano davvero un default?
A fare il punto della situazione sul rischio default degli Usa ci ha pensato direttamente Janet Yellen, attraverso una nuova lettera indirizzata alla leadership del Congresso.
Nella missiva, che è stata pubblicata il 15 maggio 2023, la Yellen ha messo in evidenza che provvederà ad aggiornare nuovamente i legislatori della scadenza del 1° giugno nel corso della prossima settimana.
Il capo del Tesoro ha poi messo in evidenza che la stima è che “il Tesoro probabilmente non sarà più in grado di soddisfare tutti gli obblighi del governo se il Congresso non avrà agito per alzare o sospendere il limite del debito entro l’inizio di giugno, e potenzialmente già il primo giugno”.
Il Tesoro ha raggiunto il limite del debito già nel corso del mese di gennaio.
Da quella data, per il pagamento dei vari conti degli Usa, gli uffici preposti si sono affidati a delle manovre che sono denominate come straordinarie.
Joe Biden e Kevin McCarthy, presidente della Camera, stanno lavorando alacremente nel tentativo di trovare un compromesso sulla questione relativa al debito.
I funzionari del Congresso e la Casa Bianca, nel corso dell’ultimo fine settimana, hanno tenuto colloqui particolarmente serrati.
Nel corso di questi giorni, inoltre, Biden dovrebbe incontrare McCarthy e altri importanti leader del Congresso.
Stando a quanto riporta il Wall Street Journal i repubblicani starebbero spingendo perché l’eventuale aumento del limite del debito Usa venga accompagnato anche da alcuni tagli della spesa federale.
Diversa, invece, è la richiesta dei democratici, che starebbero facendo pressing perché il Congresso provveda ad aumentare il limite del debito, senza prevedere altri tipi di cambiamenti.
Un amaro conto alla rovescia
Ora come ora il conto alla rovescia è iniziato.
A sottolineare che esiste un rischio significativo di default per gli Usa è stato direttamente il Congressional Budget Office, che ha dato come tempistiche le prime due settimane di giugno.
Sostanzialmente siamo davanti alla stessa stima della Yellen, che all’interno della lettera che abbiamo citato ha sottolineato che la data effettiva in cui il Tesoro esaurisce le misure straordinarie potrebbe essere un numero di giorni o settimane successivo a queste stime.
Ma quali potrebbero essere le conseguenze dirette di un eventuale default Usa?
Stando a quanto ha riferito la Yellen un eventuale default “minaccerebbe i guadagni per i quali abbiamo lavorato così duramente negli ultimi anni per riprenderci dalla pandemia e scatenerebbe una recessione globale che ci riporterebbe molto indietro”.
Il Tesoro ha lanciato un messaggio chiaro e lampante.
Continuare a giocare politicamente con il rischio calcolato sul tetto del default – anche se non si dovesse arrivare ad una vera e propria catastrofe – comporta dei veri e propri rischi, ma soprattutto potrebbe portare a dei costi economici potenzialmente gravissimi.