Decreto del Primo Maggio: ecco come cambierà il mondo del lavoro
Decreto Primo Maggio: cosa ha in serbo il governo Meloni
Il Primo Maggio, data quanto mai emblematica, il Consiglio dei Ministri si dedicherà al Decreto Lavoro, che verterà intorno alle questioni legate più o meno strettamente al mondo del lavoro e al sistema previdenziale.
L’appuntamento risulterà essere di particolare importanza, perché il governo Meloni si ritroverà a gestire il suo primo decreto su questo argomento.
Al suo interno sono previste alcune misure che, almeno sulla carta, dovrebbero andare a cambiare il mercato del lavoro ed il sistema previdenziale, che ad esso è strettamente collegato.
Il governo, con questo decreto, ha messo in campo una riforma strutturale che si svilupperà su più fronti, partendo dalla ridefinizione di quella che era una delle bandiere del governo targato Movimento Cinque Stelle:
il reddito di cittadinanza. Ma cerchiamo di entrare nel dettaglio.
Come cambierà il reddito di cittadinanza
Il reddito di cittadinanza è una misura in via di esaurimento: nel corso del secondo sempre del 2023 non verrà rinnovata e dal mese di agosto 2023 verrà scissa in tre differenti parti.
Dal mese di agosto scenderà in pista la Pal – acronimo di Prestazione di Accompagnamento al Lavoro – che fino al mese di dicembre 2023 provvederà a garantire un massimo di 350 euro ai beneficiari.
Per una platea più ristretta di potenziali beneficiari, a partire dal mese di gennaio 2024 partirà la Gil, ossia la Garanzia per l’Inclusione, che è a tutti gli effetti un sussidio destinato a quanti in precedenza ricevevano il reddito di cittadinanza e che risultano non essere occupabili.
A questo sussidio si andrà ad aggiungere la Gal, la Garanzia per l’Attivazione Lavorativa, che, almeno sulla carta, dovrebbe andare a collegare il sussidio anti-disoccupazione e anti-povertà da un lato all’inclusione delle politiche attive del lavoro dall’altro.
Decreto Lavoro, meno limiti per i contratti determinati
L’Esecutivo a guida Meloni – in linea di continuità con il governo guidato da Mario Draghi – proseguirà con le modifiche tese ad allargare le maglie per le assunzioni a tempo determinato, che erano state ristrette dal Decreto Dignità.
Mario Draghi aveva già allenato notevolmente la misura, estendendo la prospettiva per il rinnovo determinato senza causale nel 2021.
Giorgia Meloni ed il suo governo puntano ad aumentare la possibilità che il contratto possa essere rinnovato a tempo determinato: fino ad un massimo di dodici mesi, le aziende ed i datori di lavoro hanno la possibilità di sottoscrivere dei contratti a tempo determinato liberi.
Non è necessario, quindi, inserire i motivi per i quali si è optato per il rapporto temporaneo. Quanti, invece, vogliono salire da 12 a 24 mesi sono tenuti ad inserire le relative causali.
Arriverà, inoltre, una maggiore tutela per i docenti, che potranno accedere alle prestazioni Inail per gli infortuni subiti in itinere durante la prestazione del lavoro.
La stessa agevolazione viene estesa agli studenti che sono coinvolti nell’alternanza scuola-lavoro.
È stato istituito, inoltre, un fondo da 10 milioni di euro per indennizzare le famiglie di quanti sono morti durante i percorsi di alternanza scuola-lavoro dal mese di gennaio 2018 in poi.
Il governo Meloni, inoltre, ha intenzione di mantenere i contratti di espansione fino al 2025, amplificando la naturale scadenza della misura, che all’inizio era prevista per il 2023.
Sono stati espansi, inoltre, gli incentivi per assumere i lavoratori fragili.
È previsto, inoltre, uno sconto del 100% degli oneri contributivi per i primi 24 mesi alle aziende che assumono dei percettori di Gil a partire dal 1° gennaio 2024, con contributi massimi pari a 8.000 euro l’anno.
Per quanto riguarda le pensioni, vengono allargate le maglie per le uscite dal mondo del lavoro a quanti abbiano raggiunto i 41 anni di contribuzione necessari per riuscire ad ottenere il pensionamento anticipato.
Sarà garantita, inoltre, l’accesso alla pensione per raggiunto limite di età lavorativa. Per l’Ape sociale saranno garantite tre finestre ogni anno.