Decreto Salva Casa, arriva ok da CdM: quali sono le misure principali
Quali sono le nuove misure introdotte dal Decreto Salva Casa fortemente voluto da Matteo Salvini, vicepremier e ministro alle Infrastrutture? Il documento introduce delle modifiche alle norme relative alle tende e alle vetrate. E va a impattare, inoltre, sulle misure per le pompe a calore oltre che a permettere di sanare le lievi difformità. Oltre a fornire dei nuovi parametri per le cosiddette tolleranze costruttive.
Ma entriamo un po’ più in dettaglio e analizziamo cosa prevede il Decreto Salva Casa.
Lo scopo del Decreto Salva Casa
Il Decreto Salva Casa ha un obiettivo ben preciso: introduce una serie di norme, il cui scopo è quello di andare a rimuovere gli ostacoli che rallentano o bloccano le compravendite immobiliari. E che, nella maggior parte delle occasioni, costituiscono delle semplici irregolarità formali.
All’interno del primo articolo del Decreto Salva Casa viene introdotta una nuova norma che prevede una nuova fattispecie di intervento di edilizia libera, che va a percepire l’orientamento giurisprudenziale prevalente in materia. Entrando un po’ più nel dettaglio, la novità coinvolge le opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici, che sono costituiti principalmente da:
- tende;
- tende da sole;
- tende da esterno;
- tende a pergola con telo retrattile anche impermeabile;
- tende a pergola con elementi di protezione solare mobili o regolabili.
“Non è un condono perché se uno si è fatto 3 piani in più o una villa con piscina in riva al mare la risposta è l’abbattimento, ma se uno sta impazzendo per 30 centimetri di difformità in un appartamento di 100 metri quadri approvato il decreto liberiamo le case di milioni di italiani”, ha sottolineato al termine del CdM, il Vice Presidente e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Matteo Salvini.
Interventi senza autorizzazione
Il Decreto Salva Casa introduce alcune modifiche all’articolo 6, comma 1, del TUE, ossia il Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, il cui scopo è quello di andare ad ampliare le categorie di interventi che possono essere eseguiti in edilizia libera. Sono, sostanzialmente, quegli interventi che non richiedono alcun tipo di titolo abilitativo, dei permessi o delle eventuali comunicazioni. Godono di questa agevolazione perché non impattano sull’ambiente in maniera eccessiva.
Solo per portare alcuni esempi, stiamo parlando dei seguenti lavori:
- di manutenzione ordinaria;
- di installazione di pompe di calore < 12 kw;
- di rimozione di barriere architettoniche;
- di installazione di vetrate panoramiche amovibili (Vepa) installate su logge e balconi.
Possono essere eseguiti attraverso degli interventi di edilizia libera anche quelli relativi all’installazione di vetrate panoramiche amovibili che sono completamente trasparenti, le quali hanno lo scopo di proteggere temporaneamente dagli agenti atmosferici.
Le nuove tolleranze costruttive
Il Decreto Salva casa, inoltre, prevede alcune modifiche relative alle tolleranze costruttive ed esecutive. È previsto che per gli interventi che sono realizzati entro il 24 maggio 2024, le tolleranze costruttive vengano riparametrate in maniera inversamente proporzionale alla superficie utile.
Questo significa, in altre parole, che minore è la superficie dell’immobile, maggiore è il limite che viene consentito percentualmente.
Arriva la sanatoria nel caso in cui l’intervento sia conforme
Un caso particolare è costituito dagli interventi che sono stati realizzati in parziale difformità dal permesso di costruire o dalla segnalazione certificata di inizio attività. Nel caso in cui l’intervento dovesse risultare conforme alla disciplina urbanistica vigente al momento in cui è stata presentata la domanda e ai requisiti prescritti dalle normative che venivano applicate al momento della realizzazione, il responsabile dell’abuso o l’attuale proprietario dell’immobile, che siano in grado di ottenere il permesso di costruire e presentare una nuova Scia, possono sanare l’irregolarità.
Viene data, inoltre, la possibilità ai Comuni di alienare i beni abusivi, nel caso in cui l’opera non contrasti con l’interesse culturale e paesaggistico.