Def bocciato: dopo no alla Camera, corsa contro il tempo
Def bocciato alla Camera: cosa succede ora
La Commissione Bilancio della Camera ha dato il via libera alla nuova relazione al Def sullo scostamento di bilancio, che oggi 28 aprile 2023 torna in Aula per ottenere il voto.
A fare il punto della situazione è Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia, che a margine di un intervento tenuto in Commissione alla Camera ha spiegato che “l’inserimento della misura che innalza i fringe benefit per le famiglie con figli non riduce l’ammontare delle risorse destinate al cuneo”.
Nel corso della giornata di ieri, la maggioranza del governo Meloni è andata sotto alla Camera dei Deputati per la prima volta da quando è iniziata la legislatura.
Un vero e proprio smacco di immagine, anche perché il tema non è da poco: è stata respinta, infatti, la risoluzione di maggioranza sullo scostamento di bilancio, che è previsto all’interno del Def (il Documento di Economia e Finanza).
Questa bocciatura in aula – del tutto inattesa – di fatto blocca il Decreto Legge Lavoro, che il governo guidato da Giorgia Meloni aveva intenzione di presentare il 1° maggio, in occasione della festa dei lavoratori, in Consiglio dei Ministri.
All’interno del Dl Lavoro sono contenute le misure per tagliare il cuneo fiscale e per procedere, in questo modo, con un assist agli stipendi dei lavoratori.
Def, per la prima volta la maggioranza va sotto
Per riuscire ad approvare la risoluzione sul Def era necessaria una maggioranza assoluta dei componenti della Camera dei Deputati: 201 voti a favore.
Il testo sullo scostamento di bilancio, invece, è stato respinto incassando 195 sì, 105 astensioni e 19 no.
L’approvazione non è arrivata per un numero risicato di voti: 6.
Tra i banchi della maggioranza, dopo la votazione, c’era una certa incredulità.
Alcuni deputati sono arrivati a chiedere le motivazioni per le quali la risoluzione non fosse passata.
Dopo un momento di incertezza, durato in grosso modo un minuto, dai banchi dell’opposizione è partito un applauso.
I deputati della maggioranza hanno votato a favore.
Ad essersi astenuti sono stati quelli del PD e del M5S, mentre a votare contro sono stati AVS e Terzo Polo.
Ma a cosa serviva lo scostamento di bilancio?
La variazione rispetto alla spesa approvata era stata prevista dal governo per finanziare il Dl Lavoro.
Servono, infatti, 3,4 miliardi di euro da utilizzare immediatamente attraverso l’approvazione di un decreto in Consiglio dei Ministri il 1° maggio per tagliare il cuneo fiscale dei lavoratori dipendenti.
Di questa misura ne potranno beneficiare i contribuenti con redditi medio bassi. Altri 4,5 miliardi di euro servono per tagliare le tasse nel 2024.
Giorgia Meloni, nonostante lo scivolone, ostenta ottimismo, affermando che “il Def verrà approvato dal Parlamento nei prossimi giorni, nelle prossime ore manterremo il nostro impegno“.
Cosa accadrà adesso
Dopo il via libera ottenuto dalla commissione Bilancio della Camera alla nuova relazione del Def sullo scostamento di bilancio, il Def tornerà al voto.
Giancarlo Giorgetti ha spiegato che l’ammontare del cuneo fiscale non verrà ridotto, aggiungendo che “tutti hanno fatto dei calcoli senza avere i numeri. I numeri li vedrete allegati alla Relazione tecnica”.
Il cronoprogramma del governo Meloni, almeno nelle intenzioni, dovrebbe resistere, compreso il CdM nella giornata della festa dei lavoratori.
Una riunione lampo del governo ha provveduto ad approvare di nuovo il Def, mentre Camera e Senato dovrebbero completare l’esame entro la giornata di sabato. Un iter rapido, che ha preso corpo nelle interlocuzioni fra governo e Colle.
Giorgia Meloni ritiene che sia stata fatta una brutta figura per un eccesso di sicurezza. Il premier sottolinea che “tutti vanno richiamati alle loro responsabilità. Credo che si debba fare una valutazione ulteriore, e concentrare l’attenzione sui parlamentari in missione, su chi ha un doppio incarico”.