L’Europa scansa la recessione, ma la Germania preoccupa
Per un soffio, l’Europa evita la recessione.
A confermarlo sono i dati aggiornati dell’Eurostat, secondo i quali, comunque vada, continuano a permanere alcune preoccupazioni relativamente alla crescita dell’intera regione.
Una spinta verso la crisi potrebbe arrivare dalla Germania.
L’Eurozona, in estrema sintesi, è riuscita ad evitare una recessione invernale.
A certificarlo sono i dati rivisti all’inizio di quest’anno. L’economia è, comunque, rimasta stagnante invece di contrarsi, come si era temuto in precedenza.
Nella zona euro, la produzione è rimasta invariata nel corso del primo trimestre 2023.
Questo è quanto emerso dai dati di Eurostat del 20 luglio 2023:
la lettura precedente era pari ad un -0,1%, che andandosi a combinare con il calo della stessa entità registrato alla fine del 2022, aveva fatto intravedere una prima contrazione di sei mesi dopo la pandemia di Covid 19.
A rappresentare il principale ostacolo alla crescita è il settore manifatturiero.
L’inflazione sta pesando in Europa, anche se la sua entità risulta essere quasi dimezzata rispetto al picco del 10,6% del mese di ottobre 2022.
Con ogni probabilità la Banca centrale europea dovrebbe aumentare di nuovo i tassi di interesse nel corso della prossima settimana.
La domanda che è necessario porsi ora come ora è se l’Europa sia realmente fuori pericolo. E se il timore della recessione debba essere accantonato o meno.
L’Europa si salva dalla recessione. E adesso?
L’Europa, in estrema sintesi, si salva dalla recessione. Ma cosa dobbiamo aspettarci ora come ora?
A fare il punto della situazione ci pensa Jamie Rush, capo economista europeo di Bloomberg Economics, il quale ha spiegato che indipendentemente dal fatto che l’intera area euro si sia contratta o meno durante l’inverno, la debolezza potrebbe continuare nel corso dei prossimi mesi.
L’impatto dello shock energetico sta lentamente passando, ma, secondo Rush, starebbe cedendo il passo ad una stretta della politica monetaria restrittiva.
Cosa comporta questa decisione della Bce? Questa scelta contribuirà a mantenere lenta la crescita per tutto il 2023.
Qualche preoccupazione è stata manifestata anche dal ministro delle finanze portoghese, secondo il quale ulteriori aumenti dei tassi di interesse da parte della Bce potrebbero essere pericolosi per l’economia dell’Europa, proprio in un periodo nel quale l’area dell’euro sta tentando di evitare una recessione.
Da più parti stanno arrivando avvertimenti sulle potenziali conseguenze di un inasprimento della lotta all’inflazione.
La Bce si sta muovendo velocemente verso la fine di una campagna che è iniziata più di un anno fa e che, in questo momento, è riuscita a portare i tassi sui depositi al 3,5%.
Gli altri dati della zona euro
Nell’Eurozona, nei mesi compresi tra ottobre e marzo, la produzione è diminuita dopo che i prezzi sono aumentati.
I politici dei vari paesi si sono mossi in maniera aggressiva nel tentativo di contenerli.
L’inflazione, ad esempio, è scesa al 4,7% in Portogallo, che ha raggiunto il suo record lo scorso anno: i consumatori risultano essere schiacciati dai tassi di interesse variabili che continuano ad aumentare per le famiglie che hanno sottoscritto dei mutui o dei prestiti.
Ad essere leggermente più ottimista è Bank of America: l’attività resiliente nel settore dei servizi e il turismo robusto costituiscono due veri e propri punti di forza di tutta l’Eurozona.
Gli analisti della banca ritengono che la Germania costituisca il grande ritardatario della regione, che sta lavorando sodo per uscire dalla recessione.
A maggio la produzione industriale tedesca è diminuita: il basso livello dell’acqua del Reno – che risulta essere strategicamente importante – contribuisce ad aumentare le preoccupazioni per quella che è, a tutti gli effetti, la più grande economia del vecchio continente.