Fed: occupazione in forte crescita. Che succede ora ai tassi Usa?
Fed: mercato del lavoro solido. Che succederà ai tassi Usa?
Negli Stati Uniti d’America il mercato del lavoro risulta essere ancora particolarmente forte. Una resilienza che starebbe mandando dei segnali contrastanti alla Fed.
Questa volta i tempi sono maturi per una pausa nel rialzo dei tassi?
Nel corso del mese di maggio, l’economia statunitense ha creato nuovi posti di lavoro. Le buste paga non agricole hanno registrato degli aumenti, benché le previsioni fossero di segno opposto.
I dati riferiti nel corso della giornata di venerdì da parte del Dipartimento del Lavoro aprono a nuove prospettive.
Entrando un po’ di più nello specifico, è possibile notare che l’occupazione Usa sia aumentata più di quanto era previsto. A far saltare l’aumento dei tassi di giugno, però, potrebbe essere una moderazione dei salari.
Il mercato del lavoro continua a rimanere forte fornendo delle nuove prove sull’economia.
Siamo ben lontani da una recessione, anche se, a dire il vero, alcune nuove sacche di debolezza starebbe emergendo.
Fed e mercato del lavoro
Il dipartimento del lavoro statunitense ha stimato che i libri paga non agricoli siano aumentati di 339.000 posti di lavoro nel corso del mese di maggio.
Sono stati rivisti al rialzo i dati di aprile, mettendo in evidenza che le buste paga sono aumentate di 294.000 unità, invece di 253.000 nuove unità come era stato indicato in precedenza. Questo risultato è stato migliore delle stime.
A maggio è salito al 3,7% il tasso di disoccupazione, contro la stima che lo vedeva al 3,5%. Sebbene in rialzo e al record dall’ottobre del 2022, il tasso di disoccupazione rimane vicino ai minimi dal 1969.
Il tasso di partecipazione alla forza lavoro è rimasto invariato.
Per il momento si starebbero attenuando le pressioni sui salari.
Questa notizia, in linea teorica, dovrebbe garantire un po’ di conforto ai funzionari della Fed, che stanno tentando di portare l’inflazione all’obiettivo del 2%.
Per quanto riguarda la retribuzione oraria media, il rialzo è stato infatti pari a +0,3% a maggio, dopo l’aumento pari a +0,4% di aprile.
La reazione dei mercati
La reazione dei mercati a questo rapporto è stata positiva.
Becky Frankiewicz, presidente e chief commercial officer di Manpowergroup, ha spiegato che “il mercato del lavoro statunitense continua a dimostrare grinta in mezzo al caos, dall’inflazione ai licenziamenti di alto profilo e all’aumento dei prezzi del gas“.
Questi dati quali segnali costituiscono per la Fed?
Al momento l’economia statunitense sembrerebbe reggere.
I consumatori, stando ai dati recenti, stanno continuando a spendere, benché stiano anche tentando di risparmiare e stiano utilizzando sempre di più la carta di credito per effettuare i loro acquisti.
La spesa è stata sostenuta da un mercato del lavoro resiliente.
Le offerte di lavoro hanno superato i 10 milioni ad aprile, anche perché i datori di lavoro hanno ancora qualche difficoltà a coprire le posizioni aperte.
Cosa succederà, ora come ora, a giugno? Quali potrebbero essere le decisioni della Fed?
La crescita salariale e l’occupazione sono fattori chiavi connessi con l’inflazione.
Nel settore dei servizi sono stati registrati i primi rallentamenti.
La maggior parte degli economisti ritiene che una crescita dei salari pari ad un 3,5% possa essere un valido indicatore per la Fed che si stia avvicinando all’obiettivo dell’inflazione al 2%.
Ovviamente, l’arrivo di dati sorprendentemente solidi – come il report occupazionale Usa – potrebbe far sfumare le aspettative di una pausa, nell’imminente riunione della Fed del 13-14 giugno – nel suo ciclo di strette monetarie.
Il 3 maggio scorso, il Fomc, braccio di politica monetaria della Fed guidata da Jerome Powell, ha alzato i tassi per la decima riunione consecutiva, portandoli al nuovo range compreso tra il 5% e il 5,25%, al record dal luglio del 2006, con un rialzo di 25 punti base.