Fiducia ancora in calo per i consumatori italiani. Codacons: “Famiglie italiane bocciano la Manovra”
Il clima di fiducia delle imprese registra una flessione per il terzo mese consecutivo, attestandosi ai livelli più bassi dall’aprile 2021. Questo calo è attribuibile principalmente al deterioramento del settore dei servizi di mercato e delle costruzioni. Anche l’indice di fiducia dei consumatori mostra un trend negativo, influenzato dal peggioramento delle aspettative sulla disoccupazione e dalla crescente percezione di inadeguatezza nell’acquisto di beni durevoli in questo momento. Lo attestano i dati dell’Istat sulla fiducia dei consumatori e delle imprese di novembre 2024.
Aumentano le incertezze economiche
A novembre 2024 il clima di fiducia dei consumatori italiani evidenzia un peggioramento complessivo, determinato da un aumento delle incertezze economiche e da una percezione meno favorevole delle condizioni future, nonostante segnali di ottimismo sul fronte occupazionale.
I consumatori esprimono giudizi sempre più negativi sulla situazione economica dell’Italia, il cui saldo scende ulteriormente a -64,5 rispetto a -63,9 del mese precedente. Le attese sull’economia nazionale rimangono deboli, pur migliorando leggermente da -37,0 a -34,0. In controtendenza, le attese sulla disoccupazione mostrano un miglioramento significativo, passando da +27,6 a +38,8, segnalando una maggiore fiducia nella stabilità del mercato del lavoro. Tuttavia, peggiorano le opinioni sull’opportunità di acquistare beni durevoli, con il saldo che scende da -60,6 a -71,0, evidenziando una crescente prudenza nei consumi.
I giudizi sul bilancio familiare registrano un lieve miglioramento, con il saldo che passa da +19,6 a +21,0. Anche le opinioni sull’opportunità di risparmiare nel momento attuale mostrano un incremento, raggiungendo un saldo di +144,9 rispetto ai +139,5 di ottobre. Tuttavia, le possibilità future di risparmio rimangono negative, pur attenuando la flessione da -6,6 a -5,2.
Le imprese tra alti e bassi, manifattura e commercio in ripresa, costruzioni e servizi in difficoltà
A novembre 2024, l’indice di fiducia delle imprese registra un aumento nel settore manifatturiero, passando da 85,8 a 86,5, e una crescita ancora più marcata nel commercio al dettaglio, che sale da 103,8 a 106,7. Al contrario, si osserva un calo nelle costruzioni, dove l’indice scende da 103,9 a 101,5, e nei servizi di mercato, in cui diminuisce da 95,2 a 93,7.
Nella manifattura, i giudizi sul livello degli ordini risultano in miglioramento, mentre le aspettative sulla produzione futura evidenziano un calo. Le scorte vengono valutate in decumulo rispetto al mese precedente. Nel settore delle costruzioni, si rafforza il saldo dei giudizi sugli ordini, ma le aspettative sull’occupazione presso le aziende subiscono un netto deterioramento.
Nei servizi di mercato, tutte le componenti dell’indice di fiducia mostrano un peggioramento diffuso. Al contrario, nel commercio al dettaglio, sia i giudizi sia le aspettative sulle vendite registrano un andamento positivo, mentre il saldo relativo alle scorte rimane pressoché invariato rispetto al mese precedente.
Cosa dicono le associazione dei consumatori
Un segnale di allarme, che per il Codacons riflette le preoccupazioni di famiglie e attività produttive circa la situazione economica del Paese. “Le famiglie italiane bocciano la Manovra e le nuove misure annunciate dal governo, dimostrando un generalizzato pessimismo sul futuro del paese – spiega il presidente Carlo Rienzi – Preoccupa in particolare la diminuzione dell’indice sulla propensione all’acquisto di beni durevoli, perché in presenza di una scarsa fiducia le famiglie riducono i consumi nel breve termine e rimandano al futuro gli acquisti, con effetti negativi a cascata su industria, commercio ed economia. Ciò che manca da parte del governo è un impegno reale sul fronte dei prezzi, che dopo due anni di inflazione alle stelle dovrebbe diminuire, e della difesa del potere d’acquisto dei cittadini”.
Dello stesso avviso è Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: “Una gelata sui consumi di Natale, considerato che a crollare maggiormente è proprio la componente relativa alle opportunità di acquistare beni durevoli, che precipita da -60,6 a -71, oltre 10 punti percentuali in meno, -10,4, ossia i beni che si comperano tipicamente a Natale. Non vanno bene anche i giudizi e le attese sulla situazione economica della famiglia, anche se la caduta è più contenuta”, prosegue Dona.
“Urge una svolta, che purtroppo non si vede nella prossima Legge di Bilancio, atteso che non serve a molto aiutare i ceti più abbienti, quelli che guadagnano fino a 40 mila o peggio ancora 50 mila euro, ma le famiglie più in difficoltà, per le quali invece ci si limita a riconfermare le misure già attuate lo scorso anno, pur se rendendole strutturali” conclude Dona.