Fondi pensione: platea iscritti sale a 4 milioni, ma c’è sempre “allarme giovani”
Quattro milioni di lavoratori iscritti a 32 fondi pensioni e un risparmio destinato alle future prestazioni previdenziali che nel 2023 ha superato i 67 miliardi di euro. Sono solo alcuni dei numeri che Assofondipensione, l’associazione dei fondi pensione negoziali, ha presentato all’assemblea 2024 a Roma, nel corso della quale sono stati illustrati i dati dell’anno scorso.
Considerando la platea dei dipendenti pubblici e privati, “quasi il 40% dispone di una posizione di previdenza complementare e tra questi il 48% ha scelto un fondo pensione negoziale”, ha dichiarato Giovanni Maggi, presidente di Assofondipensione.
Nonostante il risultato negativo registrato nel 2022, attribuibile alla crisi dei mercati finanziari causata dalle politiche monetarie antinflazionistiche e dalle tensioni geopolitiche, un’analisi a lungo termine (10 e 15 anni) rivela che i rendimenti dei fondi pensione superano la rivalutazione del Tfr. Questo suggerisce che nonostante le difficoltà, i fondi pensione complessivamente mantengono una performance positiva nel corso del tempo.
Ancora troppi pochi giovani iscritti: i numeri di Assofondipensione
La previdenza complementare italiana raccoglie un patrimonio che a fine 2023 aveva un valore di 223 miliardi di euro e i fondi pensione negoziali rappresentano la quota più rilevante tra le diverse forme previdenziali, gestendo il 30,5% del totale. Nel corso del 2023 la previdenza complementare ha raccolto 14,6 miliardi di euro (senza considerare i fondi pensione preesistenti), di cui il 44% i soli fondi pensione negoziali.
Ma quello su cui l’associazione sta puntando molto è l’adesione ai giovani ai fondi pensione; tra la fascia degli under 34 la conoscenza della previdenza complementare continua ad essere poco diffusa. Un recente sondaggio di Arca Fondi Sgr e Talents In Motion rivela che l’81% dei giovani tra i 20 e i 35 anni non possiede conoscenze adeguate sui fondi pensione e che solo una minoranza ne fa uso attivo.
Per questo, Assofondipensione sta considerando una nuova campagna informativa con l’obiettivo di favorire un’adesione più ampia e tempestiva, specialmente tra i lavoratori più giovani all’inizio della loro carriera professionale, anche durante periodi di instabilità lavorativa. Una delle proposte è quella di proporre come opzione predefinita una strategia di investimento adatta all’orizzonte temporale del partecipante, poiché un approccio garantito potrebbe essere svantaggioso per coloro che sono lontani dall’età pensionabile. “È necessario un impegno concreto alla realizzazione di politiche efficaci e rafforzate nel tempo per il sostegno alla famiglia e per il mercato del lavoro che consenta di finanziare e far funzionare il sistema di welfare pubblico e privato e di rafforzare l’infrastruttura sociale”, afferma Maggi.
Un secondo campanello d’allarme riguarda la diminuzione della popolazione totale nel corso degli anni, con il numero di individui sopra i 65 anni che ora supera quelli sotto i 25. Una situazione che porterà ad un aumento delle risorse necessarie per sostenere gli anziani, a scapito degli investimenti nell’aumento della produttività, nell’incremento dell’occupazione e nello sviluppo. In questo modo, la spesa pubblica per pensioni, cure e assistenza per gli anziani aumenterà, mentre diminuirà la parte demografica più giovane, fondamentale per generare ricchezza, sviluppo e innovazione e per mantenere sostenibile il sistema di welfare. Assofondipensione chiede quindi al governo di impegnarsi nella realizzazione di politiche efficaci e durature per sostenere la famiglia e il mercato del lavoro, al fine di finanziare e far funzionare sia il sistema di welfare pubblico che quello privato, e di potenziare l’infrastruttura sociale.
Per incentivare le adesioni spunta la proposta di modificare tassazione e normative
Altra proposta dell’associazione è quella di modificare le regole fiscali che offrono vantaggi ai Pir (Piani Individuali di Risparmio), estendendole anche agli investitori previdenziali. Attualmente, questa normativa permette di non pagare tasse sui guadagni ottenuti dagli investimenti in aziende italiane. Tuttavia, queste regole sono complesse e possono creare incertezze normative.
“Una semplificazione dei criteri e un ampliamento dell’area di applicazione a classi di attività quali il private debt – ha dichiarato Maggi – incentiverebbero ulteriormente i fondi pensione negoziali a impegnarsi in questa tipologia di investimenti. Sempre sul fronte fiscale, ha aggiunto il Presidente di Assofondipensione, sarebbe utile una semplificazione con il superamento del meccanismo del pro-rata per gli iscritti ante 2007 e della tassazione dei rendimenti sul “maturato” in favore del criterio del “realizzato”.
Assofondipensione propone anche di riconsiderare le opzioni di pensionamento disponibili per coloro che partecipano alla previdenza complementare, poiché il mercato delle rendite vitalizie non ha fornito soluzioni sufficienti alle esigenze del settore. Infine, si dovrebbe consentire ai lavoratori che hanno trasferito il loro Tfr presso il Fondo Tesoreria dell’Inps, a causa dell’appartenenza a aziende con più di 50 dipendenti, di versarlo nei fondi pensione come “Tfr pregresso” in caso di adesione successiva, eliminando così la discriminazione attuale tra i lavoratori delle aziende con più e meno di 50 dipendenti.