Finanza Fondi pensione: rendimenti in salita, 2024 si chiude in positivo. I numeri di Covip

Fondi pensione: rendimenti in salita, 2024 si chiude in positivo. I numeri di Covip

Pubblicato 30 Gennaio 2025 Aggiornato 30 Gennaio 2025 22:05

La strada per la pensione è in salita e una volta arrivati al fatidico traguardo potrebbe non essere quello sperato. Per questo muoversi in anticipo e integrare la pensione pubblica è quanto mai fondamentale. E sono in aumento gli italiani che, consapevoli di ciò, aderiscono alla previdenza integrativa.

A dimostrarlo i numeri della Covip, la Commissione di Vigilanza sui fondi pensione per cui alla fine del 2024, il totale di posizioni in essere delle forme pensionistiche complementari è di 11,1 milioni, il 4,2% in più rispetto a dicembre del 2023. A tali posizioni, che includono anche quelle di coloro che aderiscono contemporaneamente a più forme, corrisponde un totale degli iscritti di 9,950 milioni.

Fondi pensione: rendimenti in salita secondo Covip

Ma il trend in crescita della previdenza complementare emerge dai rendimenti. Al pari dell’anno precedente, anche nel 2024, dice Covip, i rendimenti delle forme di previdenza complementare sono risultati positivi, con valori più elevati per le gestioni con una maggiore esposizione azionaria.

Andando nel dettaglio dei dati resi noti da Covip emerge che, per i comparti azionari si riscontrano rendimenti medi pari al 10,4% nei fondi negoziali ed in quelli aperti e al 13 %  nei PIP. Nelle linee bilanciate i risultati sono in media pari al 6,4% nei fondi negoziali, al 6,6 nei fondi aperti e al 7 nei PIP.

Rendimenti medi inferiori, ma comunque positivi, si rilevano per i comparti obbligazionari e garantiti. Valutando i rendimenti su orizzonti temporali più lunghi e coerenti con le finalità del risparmio previdenziale, nel periodo di dieci anni da fine 2014 a fine 2024 i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collocano intorno al 4,5 per cento per tutte le tipologie di forme pensionistiche dice la Commissione. Per le linee bilanciate, i rendimenti medi sono compresi tra l’1,7 e il 2,7 per cento. La maggior parte delle linee garantite e obbligazionarie mostra invece rendimenti medi positivi ma inferiori all’1 per cento; le gestioni separate di ramo I dei PIP, che contabilizzano le attività al 2 costo storico e non al valore di mercato, ottengono un rendimento medio dell’1,6 per cento. Nello stesso periodo, la rivalutazione del TFR è risultata pari al 2,4 per cento.

Osservando la distribuzione dei risultati dei singoli comparti tra le diverse tipologie di forma pensionistica e le diverse linee di investimento, tutti i comparti azionari e anche una buona parte dei bilanciati mostrano rendimenti più elevati rispetto ai comparti obbligazionari e a quelli garantiti oltreché al TFR.

Le posizioni in essere della previdenza complementare

Guardando alle posizioni, nei fondi negoziali questi sono cresciute di 227.300 unità (+5,7 per cento rispetto al dicembre 2023), per un totale complessivo di 4,245 milioni. A tale crescita contribuiscono maggiormente il fondo rivolto al settore edile (+84.800 posizioni), destinatario dell’adesione contrattuale di lavoratori attraverso il versamento di un contributo, ancorché di importo modesto, a carico del solo datore di lavoro, e il fondo del pubblico impiego (+38.500 posizioni); incrementi netti di rilievo si registrano nel fondo destinato ai lavoratori del commercio e in quello rivolto all’industria metalmeccanica (+20.300 posizioni per entrambi i fondi).

Nelle forme pensionistiche di mercato, si contano 133.900 posizioni in più nei fondi aperti (+6,9 per cento) e 83.500 in più nei PIP (+2,2 per cento); alla fine di dicembre, il totale delle posizioni in essere in tali forme è pari, rispettivamente, a 2,084 milioni e 3,865 milioni. I contributi e le risorse in gestione Nel corso del 2024, fondi negoziali, fondi aperti e PIP hanno raccolto nel complesso 15,7 miliardi di euro, in crescita del 7 per cento sul corrispondente periodo del 2023. L’incremento risulta maggiore per i fondi negoziali (8,8 per cento).

Il totale delle risorse destinate alle prestazioni è di 243 miliardi di euro, l’8,2 per cento in più rispetto ai 224,4 miliardi di fine 2023