Fringe benefit fino a 1000 euro e smart working: le novità in arrivo
Fringe benefit e smart working: novità dal governo
Novità in arrivo per lo smart working ed i fringe benefit dei lavoratori dipendenti.
Il Decreto Lavoro è nuovamente nelle mani della maggioranza parlamentare e del governo Meloni, che stanno studiando le possibili modifiche da apportare.
Il decreto è, infatti, all’esame della Camera Affari Sociali del Senato prima di essere definitivamente convertito in legge.
L’attenzione della premier e dei suoi alleati è puntata, prima di tutto, sui cosiddetti fringe benefit: stiamo parlando dei compensi che vengono erogati ai lavoratori dipendenti, non in forma di denaro.
I fringe benefit sono dei servizi o dei beni che vengono garantiti dalle aziende ai propri dipendenti.
Ricordiamo, infatti, che il welfare aziendale, nella maggior parte delle occasioni, non è costituito unicamente dalla vettura o dallo smartphone aziendali, ma può essere costituito da molte altre opportunità.
Fringe benefit, cosa cambia
I fringe benefit sono sempre più graditi ai lavoratori. Questa tendenza emerge da una ricerca dell’Osservatorio Welfare di Edenred.
Questo è il motivo per il quale il governo ha intenzione di puntarci in maniera consistente.
Andando un po’ sul concreto, l’obiettivo è quello di andare ad alzare il limite di esenzione fiscale per i fringe benefit a 1.000 euro per tutti, con la possibilità di accedere ad un bonus figli pari a 660 euro per un massimo di tre bambini.
Il Centrodestra, quindi, avrà molta cura nella gestione dei fringe benefit, soprattutto quando andranno a coinvolgere direttamente le spese mediche, gli abbonamenti ai trasporti pubblici, l’acquisto di elettrodomestici e il pagamento delle utenze di casa.
Nel caso in cui il progetto dovesse andare in porto i fringe benefit esentasse salirebbero a 1.660 per quanti hanno un figlio a carico. La quota salirebbe a 2.980 euro per quanti hanno tre figli (questo importo costituisce il tetto massimo della misura).
A costituire il problema più rilevante della misura è quello della copertura finanziaria: dove potranno essere trovati i soldi?
Detassare completamente i fringe benefit comporterà un costo pari a 250 milioni di euro, mentre il Decreto Lavoro ha previsto una spesa pari a 142 milioni di euro.
Perché la misura sui fringe benefit diventi operativa, sarà necessario andare a colmare un buco da 108 milioni di euro: Consiglio dei ministri e Maggioranza stanno lavorando proprio su questo fronte.
Capitolo smart working
Rimanendo sempre fermi sul lavoro, alcune decisioni andranno prese anche per quanto riguarda lo smart working.
Nel caso in cui non si dovesse intervenire sul lavoro agile – che è risultato essere molto importante mentre c’era la pandemia – a fine mese verrà meno. In altre parole dal prossimo 30 giugno non sarà più in vigore.
L’intenzione del governo sarebbe quella di prorogare lo smart working per i lavoratori fragili, mentre verrebbero esclusi i genitori con figli che hanno meno di 14 anni.
Nel caso in cui si dovesse decidere di prorogare lo smart working, continua a rimanere il nodo dei soldi per finanziare la misura. Si ipotizza, in questo caso, che la spesa da affrontare sarebbe pari a qualcosa come 30 milioni di euro.
Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica Amministrazione, intervistato da Il Messaggero ha dichiarato: “ho sempre sostenuto che il lavoro agile rappresenti un importante strumento e non vedo perché non possa essere in grado di funzionare anche nella Pa. Per evitare il racconto del lavoro agile come una sorta di semi-vacanza, serve però una vera e propria rivoluzione culturale, oltre che organizzativa, in grado di rendere lo smart working pienamente efficace, per non pregiudicare i servizi erogati a cittadini e imprese”.