In pensione con Opzione Donna: un’opportunità per poche
Opzione donna, a chi tocca ?
Nel 2023, l’opportunità di andare in pensione con Opzione Donna è riservata a poche lavoratrici.
Per accedervi, comunque, è necessario presentare un’apposita domanda.
L’Inps permette alle lavoratrici, che abbiano raggiunto i requisiti anagrafici ed abbiano maturato i contributi adeguati, di inoltrare la richiesta per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro.
Ma quali sono i requisiti richiesti per poter andare in pensione sfruttando le agevolazioni previste da Opzione Donna?
Scopriamo cosa prevede la legge, ma prima di tutto è importante ricordare proprio in queste settimane si sta valutando di ripristinare i requisiti meno stringenti, che erano richiesti fino allo scorso 31 dicembre 2022.
In pensione con Opzione Donna: i requisiti richiesti
Le lavoratrici, che hanno intenzione di andare in pensione anticipatamente, possono presentare la domanda per accedere ad Opzione Donna. Ricordiamo, comunque, che la Legge di Bilancio 2023, ha ristretto la potenziale platea di quanti ne hanno diritto.
Possono accedere ad Opzione Donna le lavoratrici disoccupate:
per poter accedere all’agevolazione, le dirette interessate devono risultare essere state licenziate da un’impresa per la quale è attivo un tavolo di confronto.
Alla misura, inoltre, possono accedere anche le lavoratrici che stanno fornendo assistenza a persone con handicap, per le quali la situazione di particolare gravità sia stata riconosciuta ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della Legge n. 104 del 5 febbraio 1992.
In pensione anticipata, grazie ad Opzione Donna, ci possono andare anche le lavoratrici a cui sia stata riconosciuta un’invalidità civile pari ad almeno il 74%.
Una delle novità introdotte proprio dalla Legge di Bilancio 2023, prevede che le lavoratrici possano andare in pensione – indipendentemente che siano un dipendente od un autonomo – a 60 anni, dopo aver maturato almeno 35 anni di contributi al 31 dicembre 2022.
La normativa prevede alcuni casi particolari, che costituiscono delle eccezioni rispetto ai requisiti standard. Nel caso in cui ci sia un figlio, scende di un anno il requisito anagrafico (passa quindi a 59 anni) e di due anni nel caso in cui siano presenti due figli (quindi: 58 anni). Altro caso particolare è quello delle lavoratrici licenziate o delle imprese in crisi, per le quali è sufficiente aver raggiunto i 58 anni d’età ed i 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022, indipendentemente dal numero dei figli.
Come si presenta la domanda
Le lavoratrici, che hanno intenzione di andare in pensione con Opzione Donna, come devono inviare la domanda?
Sono molteplici i canali che messi a loro disposizione. Sicuramente il principale e più importante è il sito dell’Inps, al quale è possibile accedere attraverso lo SPID di secondo livello, con la CNS – Carta Nazionale dei Servizi o la CIE – Carta di Identità Elettronica.
È possibile, inoltre, presentare la richiesta attraverso i servizi telematici che vengono garantiti dai patronati riconosciuti dalla legge.
In alternativa è possibile telefonare al contact center integrato al numero verde 803164 o al numero 06.164164.
Stando alle prime stime, nel 2023, rischiano di essere poco più di duemila le donne che potranno andare in pensione in anticipo sfruttando le agevolazioni previste da Opzione Donna.
A limitare l’accesso alla misura sono le nuove regole più stringenti, che sono state introdotte attraverso l’ultima Legge di Bilancio.
Grazie ai vecchi requisiti, Opzione Donna ha permesso di andare in pensione a circa 40.000 lavoratrici.
Le nuove regole, invece, permetteranno di beneficiare della misura a 5.100 lavoratrici nel triennio 2023-2025, delle quali, almeno la metà, ne potrà usufruire nel 2023.
Nel corso del prossimo triennio, ci potrebbe essere un calo delle istanze dell’87% rispetto al 2020-2022.