Borsa Mosca: il trading riparte con divieto short selling e no sell dagli stranieri. Nabiullina costretta a rimanere al suo posto
Come preannunciato dalla Banca centrale russa, la borsa di Mosca ha riaperto i battenti oggi, sebbene in modo parziale, dopo uno stop durato un mese: il trading è ripartito su 33 azioni, rispetto al totale di 50 titoli scambiati sull’indice azionario benchmark MOEX. L’indice è scattato subito all’inizio della sessione di oltre il 10%.
C’è da dire, tuttavia, che i buy sono stati sostenuti da una serie di divieti che la Banca centrale ha stabilito:
intanto, gli investitori stranieri non potranno vendere le azioni, in base a quanto deciso già alla fine di febbraio, e neanche bond denominati in rubli OFZ, almeno fino al prossimo 1° aprile.
E’ stato istituito inoltre il divieto di short selling, ovvero di vendite allo scoperto.
Gli acquisti si sono riversati immediatamente sui titoli del comparto oil, come Rosneft e Lukoil, volati rispettivmente del 20% e del 16%, mentre il titolo del colosso dell’alluminio Rusal ha segnato un rialzo di oltre +14%.
Bene anche Norilsk Nickel, in rally di oltre +22%.
In ribasso invece le azioni della compagnia aerea russa Aeroflot, inizialmente precipitata più del 20%, poi in ribasso del 6% circa.
L’ultima volta in cui la borsa di Mosca è stata aperta risale al 25 febbraio scorso, all’indomani dell’attacco all’Ucraina annunciato dal presidente russo Vladimir Putin.
Il trading dell’indice MOEX, ripartito oggi alle 9.50 ora locale, proseguirà fino alle 14, in forma ridotta.Tra i titoli scambiati nella sessione odierna compare anche quello della banca Sberbank.
L’altro ieri, per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, i titoli di stato russi bocciati dalle principali agenzie di rating a ‘junk’, ovvero a ‘spazzatura’‘, ovvero spazzatura, sono tornati a essere scambiati sul mercato di Mosca.
I bond di Vladimir Putin sono stati attaccati subito dalle vendite, scatenate dalla paura di imminenti default sul debito da parte della Russia.
I tassi decennali degli OFZ sono balzati così al record di sempre, fino al 19,74%, per poi ritracciare grazie all’intervento della banca centrale, che ha annunciato l’acquisto dei bond sovrani.
Nabiullina voleva lasciare Banca centrale, il no di Putin
Nelle ultime ore sono state riportate indiscrezioni sulla posizione delicata in cui versa la presidente della Banca centrale russa, la governatrice Elvira Nabiullina.
Secondo i rumor, Nabiullina avrebbe cercato di lasciare lo scranno più alto dell’istituzione subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina, ma Putin le avrebbe chiesto (leggi anche ordinato) di rimanere al suo posto. Una sua dipartita, spiega un articolo di Bloomberg riportando quanto riferito da fonti vicine al Cremlino, sarebbe stata vista dal presidente russo come un tradimento, considerato il rapporto stretto tra i due, che dura da quasi 20 anni.
Nabiullina, 58 anni, non ha rilasciato commenti: il suo ufficio stampa, a seguito della pubblicazione delle indiscrezioni sulla sua presunta contrarietà alla guerra, ha comunicato all’agenzia Tass che quanto riportato “non corrisponde alla realtà”.
Un portavoce del Cremlino, anche, ha optato per il silenzio, non rispondendo alla richiesta di commenti.
Costretta a reagire alle sanzioni che hanno colpito la Russia di Putin, Nabiullina – considerata tra i migliori banchieri centrali al mondo da pubblicazioni del calibro di Euromoney così come da The Banker – ha cercato di blindare il rublo alzando in primis i tassi di interesse alla fine di febbraio, poco dopo l’invasione dell’Ucraina, per la precisione più che raddoppiandoli dal 9,5% precedente al 20%.
La mossa, secondo gli analisti, non riuscirà tuttavia a sventare il balzo dell’inflazione che aspetta al varco l’economia russa, con il tasso di riferimento che potrebbe volare fino al 25%, al record dal default sul debito russo avvenuto nel 1998.
Nel corso di un briefing di venerdì scorso, dopo aver confermato i tassi al 20% (record degli ultimi 20 anni), Nabiullina ha posticipato il target dell’inflazione fissato al 4% al 2024, lanciando un alert sul rischio di una contrazione dell’economia del paese: contrazione la cui fine non è possibile stabilire al momento, a causa del conflitto in corso e delle incognite a esso legate.
Se la Russia pre-guerra in Ucraina è riuscita ad ammassare riserve valutarie e di oro a livelli record, conquistando l fiducia degli investitori globali, è stato grazie a lei.
“Quando Nabiullina è arrivata, nessuno pensava che sarebbe stata in grado di stabilizzare l’inflazione – ricorda Natalia Orlova, economista di Alfa Bank, contattata da Bloomberg – Ha portato la banca centrale a standard assolutamente internazionali”.
Nota la stima nei suoi confronti dell’attuale presidente della Bce Christine Lagarde che nel 2018, quando era ancora direttrice del Fondo Monetario Internazionale, paragonò le qualità di Nabiullina a quelle di un grande direttore d’orchestra.
Il Financial Times di recente ha dedicato un articolo all’economista, dal titolo più che indicativo: Elvira Nabiullina, a technocrat plunged into chaos at Russia’s central bank, ovvero: Elvira Nabiullina, una tecnocrate trascinata nel caos alla banca centrale della Russia.
Nel commentare al Guardian la decisione di vestirsi di nero in occasione di una riunione di emergenza con Putin agli inizi marzo, Charlie Robertson, global chief economist di Renaissance Capital, si è così espresso:
“Sappiamo che odia la guerra, come conferma l’abito nero indossato nella giornata di lunedì. Indossa sempre qualcosa che fa trapelare le sue opinioni. E al momento sta piangendo per la Russia che ha contribuito a costruire. Non credo che i suoi sentimenti siano nascosti, Putin ne sarà a conoscenza. Ma a lui non importano“.