Doppia stretta della Sec: minaccia delisting Alibaba, Baidu & Co e lancia inchiesta sulle SPAC di casa
Doppia stretta della Sec, contro i giganti cinesi quotati sia a Wall Street che alla borsa di Hong Kong, ma anche contro il mondo delle Spac che sta proliferando in Usa. L’Autorità americana di Borsa ha contattato alcune banche americane, allo scopo di ottenere informazioni sul loro coinvolgimento nella creazione -finanziamento -di società di acquisizione a scopo speciale, le Spac, per l’appunto. A tal proposito, occhio all’alert Spac Mafia che è stato lanciato da Forbes qualche mese fa.
Vale la pena rispolverare il concetto di Spac.
SPAC è l’acronimo di Special Purpose Acquisition Companies, letteralmente società di acquisizione con obiettivi speciali, in pratica veicoli di investimento noti anche come blank check companies, che vengono costituiti con l’obiettivo di raccogliere capitali necessari per finanziare operazioni di M&A, fusioni e acquisizioni di aziende.
Si tratta di strumenti che sono stati concepiti per la quotazione in borsa di aziende senza ricorrere all’iter tradizionale dell’Ipo.
Stando a quanto ha riportato il Financial Times, nei primi nove mesi del 2020, le SPAC americane hanno raccolto $41,7 miliardi, ovvero il 44% di tutte le offerte pubbliche, tant’è che ormai si parla di SPAC mania. Negli ultimi 15 mesi, è stato raccolto in tutto un capitale di $156 miliardi, spalmato in diversi settori.
Sostanzialmente, la SPAC raccoglie fondi per acquistare una società privata e portarla poi in Borsa. Ma, nel momento in cui vengono create, spesso questi veicoli di investimento non hanno neanche idea di ciò che acquisteranno: sanno che faranno uno shopping, ma non necessariamente quale.
In questo modo è nata per esempio Nikola, società che finora non ha prodotto ancora nulla.
Riguardo all’inchiesta della Sec, due fonti sentite dalla Cnbc hanno riportato che l’autorità ha chiesto alle banche di fornire informazioni su base volontaria, indicando così che l’indagine non ha preso ancora la forma di una richiesta formale.
Tuttavia, una di queste fonti ha riferito che le missive sono state spedite dalla divisione della Sec deputata al rispetto delle disposizioni (quella di enforcement), fattore che lascia pensare che la mossa potrebbe essere solo il primo passo di un processo formale di indagine più ampio.
La Sec avrebbe chiesto per la precisione dettagli sulle commissioni percepite per la creazione delle Spac, sui volumi delle transazioni e su quali controlli le banche avrebbero varato per monitorare l’iter della nascita di questi strumenti.
Tra le banche più attive nel mondo delle SPAC, saltano all’occhio i nomi di Goldman Sachs e di Citi e anche della tedesca Deutsche Bank.
Ma la Sec nelle ultime ore si è messa in evidenza anche per aver adottato, stando a quanto riportato sempre dall’agenzia Reuters, alcune misure volte a rimuovere dai listini azionari americani i titoli di società straniere che non rispettano la normativa americana di auditing.
L’assunto normativo è rappresentato da una proposta di legge firmata lo scorso dicembre dall’ex presidente americano Donald Trump (la Holding Foreign Companies Accountable Act). La Sec chiederà anche alle società di dimostraredi non essere controllate da un’entità governativa straniera e di indicare i nomi di qualsiasi esponente del cda che dovesse appartenere al partito comunista cinese.
La notizia, riportata dall’agenzia di stampa Reuters, ha fatto crollare titoli dei giganti cinesi quotati sia a Wall Street che alla borsa di Hong Kong: Baidu, fresca del lancio dell’Ipo, è scivolata del 9% all’inizio delle contrattazioni, Alibaba Group Holding ha perso il 4,2%, JD.Com ha fatto -4,45% e Netease -3%.
“Molti investitori pensavano che, con l’amministrazione Biden, gli Stati Uniti avrebbero mostrato un atteggiamento più amichevole nei confronti della Cina e che le cose si sarebbero fatte più semplici. Ma questa notizia dimostra che sarà dura comunque”, ha commentato il managing director di Wealthy Securities, Louis Tse.
Alcuni analisti interpellati dalla Reuters hanno sottolineato inoltre come diverse società cinesi quotate in Usa potrebbero non riuscire ad osservare in ogni caso le regole contabili degli States, in quanto così facendo rischierebbero di violare la normativa cinese.
“E’ piuttosto difficile per la Cina mostrare i bilanci di tutte le società quotate in Usa alle agenzie di regolamentazione americane, soprattutto nel caso di quelle società che operano nel settore della sicurezza nazionale o che gestiscono dati nazionali”, ha commentato Kenny Ng, strategist di Everbright Sun Hung Kai.