Effetto inflazione e Bce: boom di prestiti in Italia
L’inflazione tiene sotto scacco le famiglie, che devono ricorrere sempre di più ai prestiti personali per riuscire ad affrontare le spese.
A mettere in difficoltà le finanze dei consumatori, oltre al caro vita, vie è anche la politica aggressiva della Banca Centrale Europea, che, con l’aumento dei tassi d’interesse, sta cercando di contrastare l’aumento dei prezzi al consumo.
L’inflazione e la politica aggressiva della Bce stanno stressando sempre di più i bilanci delle famiglie.
I riflessi di questa situazione si vedono sul mercato dei prestiti personali e su quello dei mutui, che stanno registrando due dinamiche diametralmente opposte.
Mentre i prestiti personali registrano un aumento record, complice anche una situazione difficile in cui si trovano le famiglie, dall’altro c’è un vero e proprio plotone di mutui, che è pronto ad essere rinegoziato, sfruttando la Manovra Mutui, che è stata inserita all’interno della Legge di Bilancio 2023.
Il mercato dei prestiti: come si muove
Un’importante crescita dei prestiti è stata registrata nel corso del primo mese del 2023.
Prendendo in considerazione complessivamente sia quelli personali che quelli finalizzati, hanno registrato una crescita dell’11,7% rispetto al mese di gennaio 2022.
I prestiti personali hanno fatto da volano, registrando un +31,4%: un vero e proprio aumento da guinness dei primati.
Pressoché invariati, invece, sono i prestiti finalizzati per l’acquisto di beni e servizi, che hanno registrato un incremento dell’1,1%.
Andando a guardare, invece, l’importo medio richiesto, il valore complessivo del mese di gennaio si attesta a 8.341 euro, registrando una crescita del 4,1% rispetto al mese di gennaio 2022.
Entrando un po’ più nel dettaglio, possiamo constatare che l’importo medio dei prestiti finalizzati si attesta intorno ai 5.772 euro; per quanto riguarda i prestiti personali, invece, siamo intorno ai 12.071 euro.
Cosa succede con i mutui
Stando ai dati messi in evidenza dal Barometro Crif, nel 2023 viene confermata la contrazione strutturale delle richieste di mutui immobiliari e surroghe.
I numeri sono in calo da un anno: nel corso del mese di gennaio 2023 è stato registrato un calo pari al 22,8%.
Questo calo può essere ascritto quasi esclusivamente ad una riduzione drastica delle surroghe.
È probabile che grazie alla Manovra Mutui, un certo numero di mutuatari abbia intenzione di ricorrere direttamente alla rinegoziazione, al posto della surroga.
Nel caso in cui ci fossero determinate condizioni, i diretti interessati hanno la possibilità di passare dal variabile al fisso. Per poter effettuare il passaggio è necessario essere in possesso di questi requisiti:
- il finanziamento deve essere inferiore a 200.000 euro;
- la durata residua deve essere inferiore a 25 anni;
- lo storico dei pagamenti delle rate deve essere regolare;
- Isee inferiore a 35.000 euro.
A livello generale, questo inizio d’anno mostra una domanda di credito resiliente agli scossoni macroeconomici, anche se gli elementi di incertezza risultano ancora molteplici – spiega Simone Capecchi, executive director di Crif -. Da un lato abbiamo infatti le ripercussioni geopolitiche del conflitto russo-ucraino, dall’altro una pressione inflattiva galoppante che mina il potere d’acquisto delle famiglie. Cartina di tornasole di questo contesto incerto sono proprio i tassi variabili dei mutui, che a oggi sono da considerarsi uno degli investimenti più onerosi per le famiglie, visto che l’Euribor è salito al 2,57%, a fronte di un Eurirs a 30 anni al 2,37 per cento. Si prevede, pertanto, che nei prossimi mesi, complice la Manovra Mutui, la surroga ritornerà a essere uno strumento importante per tutti quei consumatori interessati a bloccare la fluttuazione della rata mensile per la durata residua del finanziamento.