Inflazione: come impatta sui risparmi e la previdenza degli italiani
Come stanno affrontando le famiglie italiane la sfida dell’inflazione? Quali scelte finanziarie stanno prendendo? Nel 2023 il 95% delle famiglie dichiara di essere finanziariamente indipendente, contro il 93% del 2023: questo è quanto emerge dall’indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2023 realizzata da Intesa Sanpaolo in collaborazione con il Centro Einaudi.
La quota delle famiglie che riesce a risparmiare si è portata sui valori massimi del pre-pandemia, sfiorando il 54,7% del 2023 contro il 53,5% del 2023. Ad oggi il patrimonio immobiliare risulta essere poco sfruttato e valorizzato e le famiglie poco o per nulla propense a sottoscrivere delle assicurazioni.
Come reagiscono le famiglie all’inflazione
L’indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2023 realizzata da Intesa Sanpaolo in collaborazione con il Centro Einaudi ha analizzato quale sia stato l’impatto dell’inflazione sui comportamenti dei risparmiatori italiani. E soprattutto in quale modo le famiglie abbiano affrontato le conseguenze degli aumenti del costo della vita. Dall’indagine passa in rassegna l’impatto dell’inflazione su:
- redditi;
- consumi;
- liquidità;
- obiettivi;
- scelte concrete di investimento e di indebitamento.
La situazione delle famiglie italiane migliora rispetto al passato. Il 95% ha dichiarato di essere finanziariamente indipendente. Un risultato migliore rispetto all’indagine del 2022, quando era al 93%. Malgrado le difficoltà dello scenario complessivo, l’autonomia reddituale continua a resistere.
Buone notizie anche sotto il profilo dei risparmi, per i quali si è arrivati ai valori massimi del pre-pandemia: 54,7% contro il 53,5% del 2022. Risulta essere in crescita anche la percentuale media del reddito risparmiata, che è passata dal precedente 11,5% all’attuale 12,6%.
I motivi che portano a risparmiare
Quali sono i motivi per i quali le famiglie risparmiano? Tra quelli più importanti di sono:
- la casa: 30%;
- i figli: 16%.
Solo e soltanto il 5% degli intervistati ha ammesso di aver iniziato ad accantonare delle risorse per far fronte agli aumenti dei prezzi. Per almeno un terzo del campione intervistato il risparmio è precauzionale: non c’è alcuna intenzione precisa.
Salgono le obbligazioni tra gli investimenti finanziari effettuati, che hanno raggiunto il 28% dei portafogli di chi le detiene. Ma soprattutto hanno assorbito in parte la flessione del risparmio gestito. La Borsa continua ad essere guardata con una certa diffidenza: una tendenza confermata dal fatto che negli ultimi mesi vi ha operato solo il 4,2% del campione intervistato.
Tra gli investimenti alternativi dominano:
- l’oro: 23% degli intervistati;
- fondi etici ESG: 13%.
Casa e previdenza: i rischi legati all’inflazione
Stabile, invece, la percentuale dei proprietari di casa adibita ad abitazione, con l’unica eccezione dei giovani. Cresce, invece, la durata dei mutui, che sono passati da 22 a 24 anni.
Per il 24% degli intervistati la rata dei mutui in corso costituisce circa un quinto delle entrate nette annuali della famiglia, per il 27% più di un quinto e per l’8,2% circa un terzo – si legge nell’indagine -. Il mattone continua comunque a essere reputato un buon investimento.
Ciò non toglie che risulti essere poco sfruttata e sottostimata la ricchezza immobiliare: 4.000 miliardi di euro prendendo in considerazione esclusivamente la prima casa. C’è una forte riluttanza a vendere la propria casa soprattutto tra gli abitanti del Sud Italia.
L’86% del campione intervistato non ha sottoscritto un’assicurazione per coprire eventuali spese mediche, mentre il 68% è in possesso di un’assicurazione sulla vita o una pensione integrativa. Sono più propense ad assicurarsi le famiglie che abitano nel Nord-Ovest, soprattutto quando hanno più di 35 anni.
L’Italia si prepara ad affrontare l’inverno demografico: le nascite diminuiscono e l’età media della popolazione aumenta. L’età della pensione costituisce una ferita aperta: solo il 15,6% degli intervistati è in possesso di un fondo integrativo. Secondo quanto si evince dall’indagine, “il ricorso alla gestione patrimoniale resta scarsamente diffuso (8,4% del campione), con circa l’80% di chi ne ha usufruito localizzato al Nord Italia”.
La definizione di inflazione
Solo il 38% del campione intervistato è stato in grado di dare una definizione di inflazione corretta: un quarto degli intervistati confonde con il livello dei prezzi, altri con il deprezzamento della valuta. Qualcuno con lo scostamento dal target della Bce.
Le famiglie, a fronte di un ritorno dell’inflazione, hanno avuto il buon senso di non vendere tutto prese dal panico. E hanno continuato a risparmiare. Dall’indagine, comunque vada, emerge la necessità di una maggiore competenza ed alfabetizzazione finanziarie, sia per i più giovani che per gli adulti.