Inflazione, la top ten delle città più care: Napoli, Perugia e Trieste sul podio
L’aumento dell’inflazione a gennaio c’è stato, seppur lieve L’Istat ha sostanzialmente confermato le stime preliminari. Il NIC, ossia l’indice nazionale dei prezzi al consumo, ha registrato un aumento pari allo 0,3% su base mensile, mentre su base annua è stato pari allo 0,8%. Percentuali che vanno ad impattare direttamente sulla vita di tutti i giorni delle famiglie, che sono alle prese quotidianamente con il caro vita. L’inflazione, ovviamente, non è uguale per tutti e non è uguale in ogni città: a Napoli risulta essere la più alta (+1,9%, che determina una maggior spesa pari a 419 euro per una famiglia media). Tra le città più virtuose, invece, c’è Campobasso, dove si è addirittura in deflazione: -0,7%. Questi sono i dati che emergono da un’analisi effettuata dall’Unione Nazionale Consumatori (UNC).
Ma entriamo un po’ nel dettaglio e scopriamo quanto pesa, città per città, l’inflazione sulle tasche dei consumatori.
Inflazione in aumento a gennaio
A gennaio l’inflazione è aumentata. A dirlo è l’Istat, che ha sostanzialmente confermato la stima preliminare. Il NIC – che corrisponde all’indice nazionale dei prezzi al consumo – al lordo dei tabacchi ha registrato un aumento pari allo 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annua. Rispetto al mese precedente è stato registrato un lieve rimbalzo: a dicembre 2023 era su un +0,6%.
A determinare l’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è stata principalmente la dinamica dei prezzi dei servizi legati ai trasporti, che sono passati da un +3,7% ad un +4,2%. E quello dei beni alimentari non lavorati, che sono passati da un +7,0% ad un +7,5%. È stata, inoltre, registrata un’attenuazione della flessione dei prezzi dei beni energetici regolamentati, che sono passati da un -41,6% ad un -20,6%).
Il costo della vita a livello locale
Sulla base dei dati resi noti dall’Istat sull’inflazione a gennaio nelle regioni e nei comuni con più di 150 mila abitanti, l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la top ten delle città più care del nostro paese, almeno in termini di aumento del costo della vita.
La città in testa alla classifica è Napoli: in questo caso l’inflazione risulta essere pari ad un +1,9%. Stiamo parlando della percentuale più alta tra i capoluoghi di regione e dei comuni con più di 150 mila abitanti. Questo, sostanzialmente, comporta una maggiore spesa aggiuntiva, su base annua, pari a 419 euro per una famiglia media. In aumento rispetto alla spesa che sarebbe stata registrata con i vecchi dati Istat: 385 euro.
La seconda città più cara in Italia risulta essere Perugia, dove i prezzi sono stati al rialzo dell’1,7%. Sempre al secondo posto – ex aequo – troviamo Trieste: l’inflazione, per Perugia, determina un incremento della spesa annuo per le famiglie pari a 417 euro, che sarebbe rimasti a 391 euro non i dati Istat ormai superati. Coma abbiamo visto l’inflazione a Trieste è su un +1,7%, ma la spesa supplementare per le famiglie risulta essere pari a 415 euro, contro i 395 euro dello scorso anno.
Le altre città nelle quali l’inflazione ha impattato di più sono:
- Bolzano: +1,4%, al terzo posto per inflazione, pari a 405 euro;
- Venezia: +1,4%, 369 euro;
- Firenze: +1,4%, +366 euro;
- Livorno: +1,4%, 357 euro;
- Milano: +1,2%, 343 euro;
- Verona: +1,1%, 283 euro;
- Rimini: +1%, +272 euro.
Le città più virtuose
Tra le città più virtuose in Italia, tre risultano essere addirittura in deflazione. Sul podio c’è Campobasso, nella quale l’inflazione risulta essere a -0,7%, che si trasforma in un risparmio equivalente, in media, a 145 euro su base annua.
Subito dopo arriva Reggio Emilia, nella quale è stata registrata una riduzione dei prezzi pari allo 0,4%, che comporta un risparmio annuo di 109 euro per una famiglia media. Segue, poi, Ancona che con -0,3% ha un taglio delle spese pari a 66 euro annui per una famiglia media.