L’inflazione è alta, Lagarde (Bce): basta aiuti. La frase sui tassi
Bce, Lagarde torna a parlare: alt agli aiuti, nuove mosse sui tassi
La posizione di Christine Lagarde, presidente della Bce, è chiara e non lascia spazio a dubbi.
La pressione esercitata dall’inflazione continua ad essere alta: i tassi rimarranno ristretti finché sarà necessario.
Non solo: Lagarde ribadisce che è necessario ritirare le misure di supporto, che producono altra inflazione.
In un certo senso dalle parole della presidente della Bce sembra emergere, fin da oggi, quali possano essere le scelte della Bce nel corso dei prossimi mesi.
Nell’area euro, andando a dare un’occhiata agli ultimi dati che sono disponibili, sembrerebbe proprio che gli indicatori delle pressioni inflazionistiche di fondo possano rimanere elevati:
è vero mostrano alcuni segnali di moderazione, ma non è emersa alcuna evidenza chiara che l’inflazione di fondo sia riuscita a raggiungere il proprio picco.
L’inflazione continua a preoccupare
Stando alle parole di Christine Lagarde sembrerebbe evidente che l’inflazione continui a preoccupare.
La presidente della Bce ha ricordato che, “secondo la stima flash di Eurostat, l’inflazione complessiva è diminuita rispetto al picco di ottobre e si è attestata al 6,1% a maggio. Sebbene negli ultimi mesi gli effetti di base abbiano portato a una certa variazione dell’inflazione energetica, il tasso è sceso a -1,7% a maggio. L’inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari rimane elevata, ma sta diminuendo, e si è attestata al 12,5% a maggio, in calo rispetto al 13,5% di aprile”.
Christine Lagarde ha aggiunto che in questo momento le pressioni sui prezzi continuano a rimanere forti.
L’inflazione al netto di energia e alimentari è scesa al 5,3% di maggio rispetto al 5,66 registrato ad aprile, rimanendo tuttavia elevata.
A pesare e ad effettuare pesanti pressioni, che portano ad un rialzo dell’inflazione primaria e di fondo, sono principalmente il costo dell’energia e le strozzature dell’offerta.
In linea teorica, però, questa situazione si potrebbe attenuare gradualmente.
Vi è però un altro problema:
le pressioni sui salari si sono rafforzate ulteriormente, man mano che i dipendenti hanno recuperato una parte del loro potere d’acquisto perso come conseguenza dell’inflazione elevata.
L’obiettivo della Bce
Ma in questi contesti quali sono gli obiettivi della Bce?
Quello più importante, sicuramente, è di combattere l’inflazione.
La Banca Centrale europea punta a raggiungere tempestivamente l’obiettivo di medio termine del 2%.
L’impegno profuso in questo senso per la stabilità dei prezzi contribuisce alla crescita economica e all’occupazione a medio termine.
L’elevata inflazione – ha detto ieri Lagarde – sta mettendo a dura prova le persone che vivono nell’area dell’euro. Con il calare dell’inflazione energetica, che ha imposto un onere notevole alle famiglie a basso reddito, inizia a diminuire anche il differenziale di inflazione tra i consumatori a basso reddito e quelli ad alto reddito. Tuttavia, l’elevata inflazione alimentare continua a pesare soprattutto sulle famiglie a basso reddito.
Di conseguenza le decisioni future della Bce, ha continuato Lagarde, “assicureranno che i tassi saranno portati a livelli sufficientemente restrittivi per ottenere un tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2%, e saranno mantenuti a quei livelli per tutto il tempo necessario”.
“Continueremo a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare il livello appropriato e la durata della stretta – ha aggiunto la presidente dell’Eurotower – Le nostre decisioni sui tassi continueranno a basarsi sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e la robustezza della trasmissione della politica monetaria”.