Inps, partono controlli sulle pensioni. Ecco chi è a rischio
Inps e controlli pensioni. Chi è a rischio?
L’Inps ha fatto scattare una serie di verifiche relative al pagamento delle pensioni nel corso del mese di maggio. L’istituto, infatti, starebbe vagliando completamente ed interamente i versamenti effettuati nel corso del mese di maggio:
a finire sotto la lente d’ingrandimento sono, principalmente, le posizioni dei superstiti che stanno incassando le pensioni relative all’anno 2020.
Quali sono gli obiettivi che hanno portato a questa scelta? L’Inps ha intenzione di provvedere a recuperare le somme versate a quanti non ne avessero diritto a partire dal prossimo mese di agosto.
Le verifiche sono avvenute incrociando i dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate e coinvolge unicamente quanti stanno percependo delle pensioni in qualità di superstiti.
Questi soggetti, in estrema sintesi, appartengono al regime pubblico. L’Inps ha acquisito le informazioni, che sono state trasmesse direttamente all’Agenzia delle Entrate e che costituiscono i cosiddetti redditi influenti.
Sono state raccolte, inoltre, altre informazioni, tra le quali vi sono i redditi di pensioni che risultano essere presenti all’interno del casellario centrale dei pensionati.
Pensioni, le verifiche effettuate dall’Inps
L’Inps ha confermato, in maniera diretta, che la verifica è stata effettuata direttamente sulla rata di maggio 2023 ed ha tenuto conto direttamente delle novità che sono state introdotte attraverso la sentenza n. 163/2022 della Corte Costituzionale.
Questa particolare sentenza ha provveduto a dichiarare illegittimo l’articolo 1, comma 41 della Legge n. 335/1995, che prevedeva la possibilità di cumulare la pensione di reversibilità con altri redditi aggiuntivi del beneficiario.
La sentenza, tra l’altro, prevede che la decurtazione effettiva sulla pensione non possa andare oltre – ossia non possa risultare superiore – rispetto alla concorrenza degli stessi redditi.
Cosa comporta tutto questo?
In altre parole nel momento in cui la pensione che viene corrisposta ai superstiti risulti essere superiore a quella che in realtà spetta, l’Inps deve provvedere a recuperare l’indebito versamento a partire dalla rata della pensione del mese di agosto 2023.
L’istituto provvederà a recuperare le somme versate in eccedenza trattenendo un quinto dell’importo complessivo della pensione, che comprende anche l’indennità integrativa speciale ed è considerata al netto dell’Irpef.
Il recupero avverrà per un massimo di 60 rate.
Nel caso in cui l’assegno previdenziale del diretto interessato non dovesse essere sufficiente a coprire il debito ed il diretto interessato risultasse essere titolare anche di un’altra pensione di gestione pubblica, l’importo rimanente verrebbe recuperato direttamente anche su questo trattamento.
Quando avvengono i pagamenti a giugno
Nel corso del mese di giugno i pagamenti delle pensioni avvengono nel corso del primo giorno del mese. Questa è, a tutti gli effetti, l’unica data nella quale avviene l’accredito Inps.
Nel corso del prossimo mese non vi è alcuna differenza tra quanti ricevono il pagamento attraverso Poste italiane o una qualsiasi delle altre banche presenti in Italia.
Ricordiamo che, oltre a poter incassare gli assegni previdenziali direttamente sul conto corrente (bancario o postale), i diretti interessati hanno la possibilità di incassarlo direttamente presso i vari uffici postali: in questo caso è necessario rispettare un determinato calendario, stabilito in base all’ordine alfabetico.
I diretti interessati hanno la possibilità di incassare gli assegni rispettando il seguente calendario:
- giovedì 1° giugno: lettere A-B;
- sabato 3 giugno (mattina): lettere C-D;
- lunedì 5 giugno: lettere E-K;
- martedì 6 giugno: lettere L-O;
- mercoledì 7 giugno: lettere P-R;
- giovedì 8 giugno: lettere S-Z.