L’intelligenza artificiale crea nuovi posti di lavoro. Ecco quali
AI (intelligenza artificiale): il report firmato da Goldman Sachs
L’intelligenza artificiale apre nuove frontiere e contribuisce a creare nuovi posti di lavoro.
Le aziende, però, lamentano di essere in seria difficoltà: fanno fatica a reperire le competenze necessarie.
Il rovescio della medaglia, però, arriva da Goldman Sachs, la quale ha previsto che, nel corso dei prossimi anni, sono sacrificabili 300 milioni di impieghi in diversi settori.
Per avere un’idea precisa di quello che sta avvenendo nel mondo del lavoro, è sufficiente dare un’occhiata a quanto sta accadendo nei vari portali dedicati alle offerte di lavoro.
I profili professionali, che sono ricercati dalle aziende italiane, sono sempre più legati al mondo dell’intelligenza artificiale (AI):
i datori di lavoro, purtroppo, fanno fatica a colmare le necessità legate ai nuovi posti di lavoro, che sono create proprio dall’AI e dalle esigenze che questa ha per riuscire a lavorare al meglio.
I nuovi lavoro legati all’intelligenza artificiale
La digitalizzazione e l’intelligenza artificiale riescono a lavorare unicamente grazie ai dati. Ed è proprio questo il settore nel quale, in questo momento, si stanno registrando le maggiori mancanze di profili professionali. In un certo senso è possibile affermare che i dati costituiscono la base della piramide: nel momento in cui questa vacilla, tutto il resto viene a crollare. Le discipline che si appoggiano proprio sui dati iniziano a traballare e non riescono a stare in piedi.
Questa situazione viene a generare dei veri e propri paradossi. L’Italia, in questo momento, risulta essere al nono posto per la ricerca sulle AI. Il controsenso è costituito dal fatto che il 40% delle aziende non sfrutta i dati, perché al loro interno mancano dei Data Scientist: stiamo parlando di quei professionisti che sono in grado di preparare, analizzare ed estrarre informazioni dai dati, in modo da metterli a disposizione degli algoritmi, degli automatismi e delle strategie aziendali.
Ma quali sono i professionisti ricercati? Nel nostro paese, almeno il 12% degli annunci di lavoro è indirizzato a quanti abbiano delle elevate competenze digitali. Non stiamo parlando di persone in grado di utilizzare un computer od installare una stampante: si ricercano professionisti con competenze di alto livello, che siano in grado di approcciare scientificamente le materie informatiche e che siano in grado di programmare, ingegnerizzare i flussi ed i processi e siano in grado di costruire delle architetture ad hoc.
Quali sono le figure ricercate
Ma quali sono le figure che vengono ricercate? Soffermiamoci unicamente su un comparto: la sanità. Sia quella pubblica che quella privata non cercano esclusivamente medici o infermieri. Tra i profili che vengono ricercati rientrano anche queste figure:
- scienziati dei dati (Data scientist):
- programmatori;
- designer di oggetti indossabili (sensori, Smart watch, dispositivi medici);
- esperti di sicurezza informatica;
- progettisti di sistemi software / hardware integrati;
- realizzazione di piattaforme per l’interazione a distanza;
- operatori nella logistica automatizzata.
Ovviamente a queste figure si aggiunge la necessità di una vera e propria cultura digitale a qualsiasi livello professionale. Man mano che si va avanti l’uomo e la macchina dovranno collaborare sempre di più tra di loro.
Quali sono i settori che utilizzano l’AI
Quali sono i settori che fanno uso dell’intelligenza artificiale? Volendo rispondere brevemente, possiamo affermare: tutti. Qualsiasi azienda, indipendentemente dal settore nel quale opera, ha la necessità di essere digitale e digitalizzarsi. Il fatto che una singola società non abbia ancora provveduto a sviluppare dei processi automatizzati dipende da vari elementi, che possono passare dalla mancanza di una cultura digitale alla mancanza di fondi.
È chiaro, a questo punto, che le aziende che stanno cercando dei profili professionali con una chiara e spiccata predisposizione digitale sono molti e sono ovunque, nel primario (agricoltura), nel secondario (trasformazione di materie prime) e nel terziario (servizi).