L’Italia stupisce l’Europa: non è più l’anello debole del blocco
L’Italia stupisce l’Europa, cresce molto più degli altri. Ma occhio alle sfide
L’Italia sta crescendo più di quanto si potesse immaginare. Ma soprattutto sta sorprendendo sempre di più l’Europa.
Adesso si inizia a guardare al nostro paese con meno scetticismo, ma attenzione: se all’orizzonte c’è dell’ottimismo, ci sono anche rischi e pericoli da tenere sotto controllo.
La domanda che è necessario porsi, a questo punto, è se l’Italia costituisca o meno una sorpresa per l’economia europea.
Continuano a rimanere sempre i soliti problemi cronici, determinati da un alto debito pubblico e da una burocrazia troppo lenta.
Per non parlare delle riforme, che non arrivano mai. Fatte queste doverose premesse, è pur vero che l’Italia inizia a destare interesse, soprattutto quando la si guarda da lontano.
Italia: cambia il paradigma
Una delle ultime analisi che si sono soffermate sull’Italia è stata redatta da Bloomberg.
All’interno di questa ricerca l’autore, Lionel Laurent, ha scritto di ritenere che il nostro paese non possa più essere considerato una sorta di basket case.
Che cosa si intende con questo termine? In altre parole l’Italia non può più essere considerato come un caso disperato a livello finanziario.
Attenzione però: questo ottimismo può essere offuscato, in qualsiasi momento, dai problemi e dalle criticità storiche che da sempre hanno contraddistinto il nostro paese.
E’ pur vero che stanno emergendo segnali positivi: uno di questi, senza dubbio, è caratterizzato dalla nostra capacità di crescita.
Che cosa sta funzionando nella nostra economia?
Lionel Laurent mette in evidenza che, nel corso degli ultimi anni, c’è stato un felice connubio tra il sostegno del governo, le riforme economiche e un piano di spesa per il post Covid finanziato dall’Unione europea.
Proprio dei fondi Ue l’Italia risulta essere il principale beneficiario.
Secondo l’Istituto Jacques Delors, grazie a questi fondi il nostro paese potrebbe raggiungere una crescita del 3,1% entro il 2030.
L’Italia sarà poi in grado di beneficiare di una vera e propria ondata di consumatori globali, che, nel corso del 2023, sfidano l’inflazione e riescono a sostenere ampiamente l’industria del turismo, sulla quale si basa parte dell’economia italiana.
Quello che percepiscono gli investitori internazionali, inoltre, è una certa stabilità politica.
L’andata al potere del Governo guidato da Giorgia Meloni, dopo quello di unità guidato da Mario Draghi, benché abbia segnato uno stridente spostamento a destra, non ha sostanzialmente spostato la barca economica.
Il recupero post Covid
In Italia l’economia sta recuperando ad un ritmo più sostenuto rispetto a quelli di Germania, Francia e Spagna.
Per l’Occidente questa ripresa è particolarmente importante, perché nella competizione tra Usa e Cina, l’Europa potrebbe giocare un ruolo chiave.
Roma è riuscita ad adattarsi molto velocemente alla guerra scoppiata in Ucraina, riuscendo a diversificare l’approvvigionamento energetico.
Nello stesso modo, le aziende italiane sono riuscite ad adattarsi meglio per sopravvivere rispetto ai colossi francesi e tedeschi.
L’ottimismo non manca, ma la prudenza non deve essere abbandonata. Così come un certo scetticismo continua a rimanere.
A preoccupare, in questo momento, sono le sorti del Pnrr, che, con i suoi ritardi di attuazione e l’incapacità gestionale di tutte le risorse messe a disposizione, sta già suscitando molte critiche.
Per il futuro, è necessario tenere sotto controllo l’alta inflazione energetica e la Bce che, con la sua stretta creditizia: entrambi fattori che stanno rendendo realmente difficile la vita alle imprese.