La Meloni parla di Tredicesima aggiuntiva: come funziona e a chi andrà
Una tredicesima detassata: ne ha parlato Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa di presentazione del Decreto Aiuti Quater. La dichiarazione, senza dubbio, ha destato immediatamente l’interesse dei lavoratori dipendenti, che a questo punto si chiedono a chi sia rivolto il nuovo provvedimento e soprattutto a chi spetti?
Ad anticipare per primo il progetto di una tredicesima detassata ci ha pensato Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia. Nel corso dell’audizione sulla Nota di Aggiornamento al Def, Giorgetti ha spiegato che la misura consiste nel progetto di innalzare il tetto dei fringe benefit, che le imprese possono decidere di erogare ai propri dipendenti in busta paga. La soglia esentasse passa da 600 e 3.000 euro.
Tredicesima detassata: in cosa consiste
Tra le novità più importanti introdotte attraverso il Decreto Aiuti Quater, che dovrebbero contrastare il caro bollette di fine anno, Giorgia Meloni ha fatto riferimento anche all’estensione dei fringe benefit da 600 a 3.000 euro. Questo ulteriore contributo può essere aggiunto dal datore di lavoro direttamente in busta paga: l’agevolazione è completamente esente da ogni onere fiscale e contributivo. Il premier ha spiegato che “noi lo interpretiamo come una sorta di tredicesima detassata per aiutare soprattutto i lavoratori a pagare le bollette”.
Il Decreto Aiuti Quater, almeno stando alla versione disponibile in bozza, ripropone la misura prevista con il Decreto Legge n. 115 del 2022 e la potenzia. Il limite previsto dalla normativa è stato portato da 258,23 euro a 3.000 euro per il 2022.
Questa è una breve panoramica del fringe benefit:
- Normativa ordinaria: 258,23 euro;
- Decreto Legge Aiuti Bis: 600 euro per il 2022;
- Decreto Legge Aiuti Quater: 3.000 euro per il 2022.
Nel caso in cui i fringe benefit dovessero superare i suddetti limiti, le somme concorrono, in tutto e per tutto, a formare il reddito dei dipendenti.
Il legislatore, per costruire quella che è stata battezzata come una tredicesima esentasse, ha provveduto ad intervenire direttamente sulle regole previste dall’articolo 51, comma 3, del Testo Unico sulle Imposte sui Redditi, ed ha previsto che rimangano fuori dalla formazione del reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti. Non costituiscono reddito nemmeno le somme che vengono erogate o rimborsate dalle aziende ai propri dipendenti, che servono per pagare le utenze domestiche di acqua, elettricità o gas per il 2022.
A chi spetta l’agevolazione
È l’ammontare dei fringe benefit che ha portato alla similitudine con la tredicesima detassata, dato che, a questo punto, non si parla solo e soltanto dei bonus. Ad utilizzare questa terminologia è anche Marina Calderone, Ministro del Lavoro, che nel presentare la novità si esprime in questa maniera:
È un intervento importante che in questo momento, poi, consente in prossimità della fine dell’anno di sostenere anche quelle che sono le integrazioni alle tredicesime mensilità che possono aiutare le famiglie. L’innalzamento del tetto consentirà entro il 31 di dicembre alle imprese, a tutti i datori di lavoro, di poter intervenire per sostenere ulteriormente i lavoratori e le lavoratrici attribuendo loro a titolo di fringe benefit o a titolo di somme a ristoro delle spese fatte per l’energia e per le altre utenze domestiche un importo superiore.
Parlare di tredicesima, quindi, è una semplificazione linguistica. Questo è chiaro sia dalle parole della Meloni che da quelle della Calderone. È necessario, però, a questo punto fare alcune precisazioni.
A differenza di quanto è avvenuto in passato con il bonus 200 euro ed il bonus 150 euro, le imprese non sono obbligate ad erogare i fringe benefit. In questo caso le somme non vengono anticipate dal datore di lavoro, che poi le recupera. Il governo non stanzia alcuna risorsa. Il beneficio consiste nella possibilità di riconoscere questi benefici con una completa e totale esenzione fiscale e contributiva.
Da precisare, inoltre, che l’eventuale tredicesima aggiuntiva non è detto che sia pari a 3.000 euro: questa cifra rappresenta il tetto massimo erogabile, esente dalle tasse. Ma non è detto che l’azienda sia disposta ad erogare tutta la cifra a disposizione.