Lavoro: oltre la metà delle aziende ha difficoltà nel reperire risorse STEM
Le aziende sono “affamate” di lavoratori con competenze STEM, ossia scienze, tecnologie, ingegneria e matematica. La carenza di tali competenze è particolarmente acuta in alcuni ambiti strategici come l’ICT (Information and Communication Technology) con gli studenti iscritti a questo mondo che rappresentano solo il 19,5% del totale STEM e tra questi le donne sono solo il 20,3%. Così emerge dal report “Osservatorio STEM 2024 – Empowering the multiple transitions through STEM skills” realizzato da Fondazione Deloitte e dal Public Policy Program di Deloitte, si basa su oltre 11.000 interviste a giovani e aziende realizzate in 10 Paesi Ue.
Aziende: più di 1 su 2 non trova professionisti STEM
L’indagine rivela che più di 1 azienda su 2 tra le intervistate ha riscontrato difficoltà nel trovare i profili STEM. In particolare, i profili più ricercati dalle grandi aziende sono negli ambiti di ingegneria (63%) e tecnologia (55%). Inoltre, circa 1 azienda su 3 ritiene che trovare e mantenere le persone con competenze tecnico-scientifiche sia complesso per la competizione internazionale. Come far frotne a questo problema? Secondo l’Osservatorio, le aziende prevedono l’adozione di specifiche strategie, a partire dall’offerta di salari più competitivi (59% tra le piccole aziende, 65% tra le grandi).
Ue: donne maggioranza nelle università, minoranza STEM
Ma la rivoluzione deve partire dalla scuola. Nonostante il ruolo centrale delle STEM, in Unione Europea solo il 26,6% degli studenti è iscritto a percorsi di istruzione terziaria in ambito tecnico-scientifico, un dato pressoché invariato negli ultimi dieci anni. In questo ambito sempre più strategico, le donne continuano a essere pochissime: tra le studentesse STEM solo il 12,4% si dedica a studi in ambito ICT. Anche in Ingegneria, le studentesse sono solo il 27%. Scienze naturali, matematica e statistica, invece, è l’unico ambito in cui si è raggiunta la parità di genere con un 50,3% di studentesse.
La metà degli studenti e dei lavoratori STEM ritiene inoltre che gli stereotipi culturali che associano scienza e tecnologia a ruoli “maschili”, continuano ad ostacolare la preparazione delle bambine in ambito matematico sin dalla prima infanzia. Al tempo stesso, 1 giovane (studente o lavoratore) su 2 individua nei retaggi culturali riflessi nella divisione di genere del lavoro la principale causa del gender gap, mentre per un terzo delle aziende queste risiede nei retaggi culturali radicati nella famiglia. Oltre agli stereotipi, esistono le discriminazioni di genere: oltre 6 studenti e 5 lavoratori su 10 dichiarano di avere assistito a episodi di questo tipo, un dato che sale considerando solo le studentesse (73%) e le giovani lavoratrici STEM (74%). Le lavoratrici STEM, inoltre, risultano particolarmente colpite, con il 55% che riferisce di aver subito discriminazioni, rispetto al 37% delle loro colleghe in ambito non STEM.
Formazione STEM: la famiglia rimane la prima “influencer”
Il ruolo della famiglia rimane fondamentale per tutti gli studenti, ma si rivela particolarmente significativo per chi sceglie studi tecnico-scientifici. Tra gli studenti STEM intervistati, infatti, il 51% riconosce che il ruolo dei familiari è stato decisivo nella propria scelta, e questo dato sale al 60% per i giovani lavoratori STEM. Interrogati sulle motivazioni che li spingono a scegliere percorsi STEM, gli studenti dichiarano di essere indirizzati soprattutto da passione e interesse personale (46%), ma considerano anche le prospettive remunerative più alte (33%), la maggiore facilità di trovare lavoro (31%) e l’importanza di poter contribuire al progresso sociale (21%).
Oltre all’influenza dei familiari, i più giovani sono sottoposti anche a stereotipi culturali che, spesso, li allontanano dai percorsi di studio STEM. Tra le motivazioni alla base della rinuncia a seguire studi tecnici-scientifici resta diffusa la convinzione che le materie STEM siano troppo difficili e che solo le persone “portate” per queste materie possano studiare e lavorare in questo ambito. Tra i giovani intervistati, infatti, il 33% di chi ha deciso di non intraprendere un percorso STEM dichiara che “sono materie troppo complesse per me” e il 30% che “sono percorsi di studio per cui non sono portato”.