L’inflazione modifica le abitudini. Si compra solo l’essenziale
L’inflazione pesa sulle scelte di acquisto dei consumatori, che hanno paura di non farcela. Manca la fiducia. Questa, in estrema sintesi, è la fotografia scattata dall’indagine annuale effettuata dall’Ufficio Studi Coop in collaborazione con Nomisma. La ricerca prende in esame il sentiment dei consumatori per il 2023, scattando una fotografia in bianco e nero sul nuovo anno.
I consumatori sperano che le difficili condizioni economiche possano migliorare, anche se le abitudini di acquisto continueranno ad essere condizionate dall’inflazione alle stelle. Il presente è gravato da una pesante inquietudine, che provoca una compressione dei consumi.
Inflazione, i timori dei consumatori
L’inflazione senza dubbio è il timore maggiore dei consumatori. Si tende a privilegiare l’acquisto dell’essenziale, che si concentra sul cibo e le spese per la salute. Si rinuncia al superfluo.
Gli ultimi due anni, comunque, hanno lasciato traumi profondi nelle famiglie, che adesso stanno attraversando una vera e propria fase di difficoltà economica. Il sondaggio della Coop ha messo in evidenza che un italiano su quattro teme di cadere sotto la soglia della povertà. Ha paura, in estrema sintesi, di non riuscire a permettersi il cibo, trasporti, abiti e la scuola.
Il 18% delle famiglie dichiara di aver dovuto affrontare un disagio alimentare nel corso del 2022: un problema che ha coinvolto almeno 9 milioni di persone. A far paura sono principalmente gli imprevisti: non saprebbe come farvi fronte il 66% degli intervistati. A preoccupare sono le spese impreviste e non rimandabili, anche solo di 850 euro. Se disponesse all’improvviso di 10.000 euro, il 70% degli intervistati ha confidato di non volerli spendere e di risparmiarli. Il 26% delle persone, comunque, vada, vede l’anno che è appena iniziato in maniera positiva rispetto solo a qualche mese fa: una fiducia salita di 12 punti percentuali. Timore (33% dei casi) ed inquietudine (22%) condizionano lo stato d’animo dei consumatori. Aspettative e fiducia, invece, prevalgono per il 2023.
Come cambiano le abitudini
Inflazione e congiuntura fanno cambiare le abitudini dei consumatori, che seguono principalmente il criterio della rinuncia. Almeno un italiano su due si dice speranzoso di riuscire a mantenere stabili le abitudini di spesa familiari nel corso del 2023. Il 45% ha già preventivato di spendere più per bollette e il 32% per bevande e cibo. Questo porta a tagliare sui ristoranti (32%) e sulla cultura (26%). I tagli coinvolgono anche viaggi e vacanze (24%).
Nel tentativo di affrontare l’aumento dei prezzi, l’80% degli Italiani deve modificare le proprie abitudini alimentari, adottando diete più sobrie e meno care. Si rinviano gli acquisti di beni durevoli, nel momento in cui si pensa di cambiare gli elettrodomestici più vecchi. Stesso discorso coinvolge anche l’automobile: il 35% degli Italiani la vorrebbe nuova, ma non la comprerà a breve.
La casa continua a rimanere una delle priorità per le famiglie. Il 67% pensa a una ristrutturazione dell’abitazione, utilizzando, eventualmente, il bonus edilizia. Cambia anche lo stile di vita in generale: si predilige la cucina in casa (29%) e si rinuncia al fast food (il 15% ci andrà di meno o smetterà).