Salute mentale, catastrofi naturali e condizioni climatiche estreme tra le paure lavorative maggiori in Italia
Deterioramento della salute mentale, impatti delle catastrofi naturali e condizioni climatiche estreme. Questi i principali rischi che modelleranno il panorama del mondo del lavoro secondo HR e Risk Manager in Italia, secondo l’ultimo rapporto della Mercer Marsh Benefits.
Il People Risk Report 2024 ha identificato 25 principali rischi che le organizzazioni devono affrontare oggi, sulla base di un sondaggio condotto su 4.575 dipendenti delle risorse umane e risk manager nel mondo. Il sondaggio ha rivelato che la leadership inefficace è considerata dai dipendenti come una delle problematiche maggiori, seguita da decisioni sbagliate riguardanti le ricompense e l’aumento dei costi per la salute e i benefits.
I rischi nel mondo del lavoro per HR e risk manager italiani ed europei
Sia i professionisti delle risorse umane sia quelli del rischio considerano l’aumento dei costi per la salute e i benefici come la loro preoccupazione più urgente. Nella classifica europea delle problematiche più importanti per gli HR sono preoccupazioni riguardanti il talento, la carenza di manodopera e la disparità nel mondo del lavoro. Altri temi che preoccupano sono la mancanza di skills, i cambiamenti delle regole aziendali e una leadership inefficace.
In Italia, più della metà dei partecipanti delle aziende con sede in Italia ritiene che l’aumento dei costi legati alla salute e ai benefit (48%) e la carenza di lavoratori con profili e competenze adeguate (49%) potrebbero avere un impatto grave o catastrofico sulla loro organizzazione. Ma non è solo questo a preoccupare: per gli HR italiani, il deterioramento della salute mentale è il rischio più grave nel mondo del lavoro italiano, seguito dall’impatto delle catastrofi naturali e delle condizioni climatiche estreme sulle persone. Eventi gravi, ma che i partecipanti allo studio li considerano poco probabili, facendoli scendere in fondo alla classifica del Risk Rating Score (la classifica infatti prende in considerazione sia la severità che la probabilità dell’accadimento).
Tra i principali rischi in Italia nel breve-medio periodo, spicca quello di cambiamenti legislativi repentini che possano compromettere processi aziendali consolidati, insieme a quelli legati alla gestione dei benefit dei lavoratori. Al terzo posto emerge la preoccupazione dei datori di non avere i profili e le competenze chiave necessarie per gestire il futuro delle organizzazioni. Al quarto e al quinto posto, gli intervistati italiani collocano i rischi legati al deterioramento del sistema pubblico e al conseguente aumento dei costi per la salute e i benefit dei lavoratori.
Spicca la paura della salute mentale, in crescita negli ultimi anni
Rispetto ai report passati, tra le problematiche in aumento c’è quella legata alla salute mentale. Per gli italiani, nella classifica delle preoccupazioni si posiziona al settimo posto, ma è un dato particolarmente significativo considerando che questo rischio era completamente assente nell’indagine del 2022. Inoltre, osservando le altre classifica, il tema è l’ottava preoccupazione nella classifica mondiale e la seconda in quella spagnola.
Un dato significativo, che funge da campanello d’allarme per diverse aziende; il report afferma che “solo la metà delle aziende dichiara di avere attualmente un’organizzazione disegnata in base alle esigenze di wellbeing dei lavoratori”
Citando poi un recente studio sempre della Mercer, il Global Talent Trends 2024, 8 lavoratori su 10 dichiarano di essere a rischio di esaurimento (burnout) e 3 su 10 lamentano un eccessivo carico di lavoro. Dati preoccupanti, dato che solo un dirigente su 5 (C-Level) prenderebbe in considerazione la riduzione della forza lavoro in caso di gravi crisi finanziarie per l’azienda.
Le categorie più prevalenti: maggiori quelle sulla salute e il talento dei dipendenti
Le risposte riguardanti i rischi più probabili che potrebbero impattare il loro business sono state categorizzate in cinque aree chiave: trasformazione tecnologica e disruption; talent, leadership e workforce; salute, benessere e sicurezza; governance, compliance e financial e infine ambiente, sostenibilità e tutela. Analizzando le classifiche europee ed italiane, le aree più presenti sono quelle riguardanti la salute dei lavoratori e il loro talento.
Secondo il report, il 70% delle aziende ammette di non avere l’employee value proposition efficace (ovvero l’insieme delle componenti che condizionano un dipendente in relazione ad ogni aspetto del suo ambito lavorativo, come l’ambiente di lavoro, il rapporto con i colleghi, la leadership aziendale, le proprie mansioni, la retribuzione e la soddisfazione nel proprio ruolo), mentre un professionista HR o un professionista del rischio su tre è preoccupato per la mancanza di competenze nella gestione delle crisi da parte della dirigenza. Affinché le organizzazioni possano rimanere competitive, è cruciale acquisire e sviluppare le competenze giuste, i talenti e la leadership.
Per quanto riguarda il tema della salute, il 50% degli intervistati ha espresso preoccupazioni per la perdita di produttività derivante dal tempo e dalle energie che i dipendenti impiegano per cercare, orientarsi o viaggiare per l’assistenza sanitaria. Inoltre, il 46% dei dipendenti ha dichiarato di preferire maggiori benefit rispetto a un aumento salariale del 10%, un aumento rispetto al 32% registrato nel 2022.