Mutui e Bce: con tassi in calo, buona opportunità per le famiglie. Nei primi tre mesi fisso in testa
I mercati europei hanno iniziato il mese di giugno in rialzo, estendendo il rally della scorsa settimana, mentre gli investitori guardano alla prossima decisione della Banca Centrale Europea sui tassi di interesse che arriva giovedì 6 giugno. Le stime prevedono un taglio e se così fosse sarebbe la prima volta che la Bce taglia i tassi prima della Federal Reserve. Per i meeting successivi c’è maggiore incertezza sulle mosse che l’istituto di Francoforte riterrà più opportuno fare.
Un taglio che avrà inevitabilmente ripercussioni anche sul mercato dei mutui. La domanda di finanziamenti per l’acquisto di casa è in costante aumento e la riduzione dei tassi di interesse in atto ormai da alcuni mesi rappresenta una buona opportunità per le famiglie. Così afferma Renato Landoni, Presidente di Kìron Partner secondo cui “è probabile che la Bce intervenga ancora nei prossimi mesi riducendo ulteriormente i tassi di riferimento, dando ulteriore impulso a coloro che sottoscrivono un finanziamento per perfezionare l’acquisto immobiliare”.
Mutui: tassi al 4,21% nei primi tre mesi dell’anno
Ma come sono andati i mutui nei primi tre mesi del 2024? A snocciolare qualche numero gli esperti di Kìron Partner che, analizzando i dati Banca d’Italia, registrano che i tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni si sono attestati al 4,21% (inclusi tutti i costi accessori e rappresentati dal Tasso Annuale Effettivo Globale TAEG).
Su base mensile i tassi di interesse evidenziano un calo rispetto al 4,31% di febbraio. Si tratta di un indice importante ed interessante per chi sta valutando l’opportunità di accedere al mercato immobiliare e riflette una tendenza verso tassi di interesse più favorevoli rispetto a quelli a proposti nei mesi appena trascorsi.
Tasso fisso vs variabile: chi vince?
Per quanto riguarda la tipologia di mutuo, i dati interni di Kìron riferiti al primo trimestre del 2024 vedono una netta preferenza degli italiani verso il tasso fisso, che sfiora quota 94% facendo scendere i mutui a tasso variabile al 2,5%. Uno scenario completamente differente rispetto ai primi mesi del 2023 quando i mutui a tasso fisso rappresentavano il 63%.