Mutui e mosse Bce: dopo debole domanda 2023, focus su aspettative 2024
Il 2023 si è dimostrato, sostanzialmente, un anno da dimenticare per il mercato dei mutui. Si è concluso, secondo Kiron Partners, con una contrazione compresa tra il 24% ed il 30%: andamento pesantemente condizionato dal contesto economico complessivo che sta attraversando l’area euro, determinato dalle scelte della Bce con i numerosi rialzo dei tassi, necessaria a tamponare l’inflazione.
Tendenza negativa confermata dal Crif. Viene sottolineato, infatti, che per i dodici mesi del 2023 la domanda di mutui delle famiglie italiane ha mantenuto un trend negativo, registrando un -17,2%. Scomponendo i numeri messi in evidenza dal Crif, sostanzialmente, si confermano quelli di Kiron Partners: il mercato delle surroghe si attesta ad un -5,2% mentre quello dei nuovi mutui si attesta su un -24%.
Ma entriamo un po’ nel dettaglio e vediamo i trend principali nel mercato dei mutui.
Mercato mutui: -24% nel 2023
In forte calo il mercato dei mutui nel 2023. Nel corso dei dodici mesi dello scorso anno, complessivamente, secondo il Crif è stato registrato un -17,2%. Entrando nello specifico, il fenomeno delle surroghe si attesta su un -5,2%, mentre i nuovi mutui erogati hanno registrato un -24%.
Il 2023 si è concluso con una contrazione tra il 24% e il 30% nelle erogazioni dei mutui – spiega Renato Landoni, presidente Kìron Partner – riflesso di un contesto economico complesso nell’area euro che ha condizionato le scelte della Bce imponendo una politica di tassi al rialzo per tamponare una straordinaria accelerazione dell’inflazione. Tuttavia, dopo una fase iniziale di ripresa economica nella prima metà del 2022, gli ultimi indicatori economici segnalano un rallentamento, con stime del Pil riviste al ribasso.
Landoni spiega che secondo le previsioni l’inflazione dovrebbe essere in calo al 3% nel 2024 e al 2% nel corso del 2025. Ad incidere pesantemente sulla fiducia delle imprese e dei consumatori è l’instabilità politica. Un elemento chiave dei prossimi mesi è proprio il costo della vita, che andrà ad impattare pesantemente sulla politica monetaria: il suo calo potrebbe spingere le autorità finanziarie a considerare delle politiche più accomodanti, anche a seguito dei segnali di rallentamento dell’economia. Secondo Landoni:
Un’inflazione contenuta offre spazio per una gestione più flessibile dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, che potrebbero essere incentivate a mantenere tassi più bassi per sostenere l’attività economica e il mercato creditizio.
Secondo il Crif, nel corso del 2023 l’importo medio che è stato richiesto rimane stabile, con una percentuale intorno ad un +0,1%. Il valore medio dei mutui si attesta intorno a 144.659 euro. Prendendo in considerazione unicamente il mese di dicembre è stato registrato un ulteriore balzo del 5%, che ha spinto l’importo medio ad un ammontare record pari a 152.550 euro. Il dato annuale e quello mensile rappresentano un valore di picco che non è stato raggiunto nel corso degli ultimi dieci anni.
Cosa potrebbe accadere nel corso del 2024
Quali sono le aspettative per il 2024? Come si potrebbe muovere il mercato dei mutui nell’arco dei prossimi mesi? Una delle aspettative per l’anno in corso è legata alle attese relative al calo dei tassi di interesse, che potrebbe costituire una possibile risposta alle condizioni economiche. Ma soprattutto potrebbe favorire l’accesso al credito e, sostanzialmente, andare ad incentivare la domanda di mutui, prestiti personali e cessione del quinto dello stipendio. Il taglio dei tassi, inoltre, potrebbe costituire un importante stimolo per l’attività economica, andando ad incoraggiare gli investimenti e agevolare, indirettamente, anche la gestione del debito da parte delle imprese e delle famiglie.
L’attuazione del PNRR e i flussi di liquidità che ne derivano dovrebbero favorire significativi investimenti nelle infrastrutture e nel mercato del lavoro. Per il 2024, ci aspettiamo quindi un andamento simile al 2023 – spiega Renato Landoni – con potenziale crescita dei volumi nella seconda metà dell’anno e la prospettiva di un calo dei tassi di interesse. Un maggiore accesso al credito e l’utilizzo della surroga potrebbero sostenere il mercato finanziario. Inoltre, considerando il mercato dei prestiti personali e della cessione del quinto dello stipendio, si prospetta un quadro analogo, con la possibilità di opportunità di crescita e una tendenza a beneficiare di condizioni più favorevoli verso la fine del 2024.
Per Simone Capecchi, executive director di Crif:
Dopo la battuta d’arresto che ha caratterizzato l’anno appena concluso, si prevede un progressivo miglioramento del potere di acquisto delle famiglie, che porterà a una ripresa generalizzata della domanda e di conseguenza anche delle richieste di mutui immobiliari. I fattori a sostegno del comparto saranno da un lato la componente green e dall’altro una situazione di stabilità dei tassi che, seppur nella fascia medio-alta, contribuiranno a far programmare le spese familiari di lungo periodo con maggiore serenità.