Finanza Mutui: rate troppo alte con rialzi tassi Bce. Governo Meloni al lavoro

Mutui: rate troppo alte con rialzi tassi Bce. Governo Meloni al lavoro

5 Luglio 2023 12:42

Mutui a tasso variabile: rate troppo alte con rialzi Bce. Il governo Meloni al lavoro per blindare famiglie e imprese

L’ipotesi messa sul tavolo da Matteo Salvini è semplice: allungare le rate per i mutui a tasso variabile. In questo modo si riuscirebbe a compensare i rincari dettati dalla stretta contro l’inflazione imposta dalla Bce.

Il governo Meloni, secondo quanto ha anticipato Matteo Salvini, avrebbe allo studio un’ipotesi per contrastare i rincari dei mutui.

Intervenuto alla trasmissione Radio anch’io di Rai Radio 1, Salvini ha spiegato che insieme al Ministero dell’Economia e alle banche si starebbe studiando una soluzione che possa permettere di allungare le rate alle famiglie che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile.

LEGGI ANCHE

Abi: Visco, Patuelli, Giorgetti a 360° su banche, Bce, mutui

Salvini, nel corso delle ultime settimane, ha mantenuto una posizione sostanzialmente critica nei confronti di Christine Lagarde e della Banca Centrale Europea.

Il Ministro delle Infrastrutture ha puntato il dito contro la politica monetaria basata sui rialzi dei tassi lanciata dall’Eurotower, che comporta un innalzamento dei tassi dei mutui contratti dalle famiglie.

Mutui, la soluzione salva famiglie

Nel corso delle ultime settimane Salvini ha assunto una posizione critica nei confronti delle decisioni della Bce e di Christine Lagarde riguardo alla stretta monetaria, che sta continuando, a suo avviso, da troppo tempo.

La polemica si è accesa dopo che l’economista francese, proprio la scorsa settimana, ha annunciato per il mese di luglio un nuovo aumento dei tassi di interesse.

Oltre a Matteo Salvini, accese critiche a Francoforte sono arrivate dalla premier Giorgia Meloni, da Antonio Tajani, Ministro degli esteri, e da Giancarlo Giorgetti, Ministro all’Economia.

Il timore è che il perdurare della stretta monetaria possa portare un vento di recessione in Europa.

La preoccupazione maggiore è che l’eccessiva stretta sui tassi possa danneggiare ulteriormente quanti hanno sottoscritto un mutuo.

Partendo proprio da questa preoccupazione di fondo, Matteo Salvini ha spiegato che il governo sarebbe al lavoro per tutelare i mutuatari.

Una delle preoccupazioni è che possa arrivare un crollo delle richieste di mutui proprio a seguito delle scelte politiche intraprese dalla Bce.

Alcune fonti dell’esecutivo, citate prontamente dall’Agi, hanno anticipato che un’interlocuzione del governo con gli istituti di credito sarebbe in corso.

Lo scopo di questi colloqui sarebbe quello di arrivare ad una soluzione concordata e negoziata delle rate relative ai mutui variabili.

Quello che il governo avrebbe intenzione di evitare è una pioggia di insolvenze che possa frenare il mercato dei mutui.

La Fabi (il principale sindacato bancario in Italia) ha stimato, infatti, che ad aprile la quota delle rate non pagate di mutui aveva superato il miliardo di euro.

Aumentano la morosità e il valore delle rate

Da un anno a questa parte la morosità si è moltiplicata in concomitanza con gli aumenti delle rate di mutuo da pagare.

Importi che, purtroppo, sono destinati a crescere nel corso del tempo.

Alcune simulazioni di Facile.it hanno messo in evidenza che una stretta di 25 punti percentuali e un aumento dei tassi dello 0,25% a luglio per quanti hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile porterebbe ad un aumento di 237 euro su un finanziamento di 126.000 euro spalmato in 25 anni.

Siamo davanti ad un aumento del 52% rispetto alla fase precedente alla stretta monetaria.

Gli aumenti sono iniziati nel corso del mese di luglio 2022: questo significa che l’aumento è stato spalmato nel corso di un anno.

Il rialzo del costo dei mutui ha avuto un impatto sul mercato immobiliare.

Andando a vedere le stime del primo semestre 2023, i dati sono impietosi:

il volume delle compravendite è calato del 18%, mentre il giro d’affari è sceso del 14% rispetto allo stesso periodo del 2022.

I dati più preoccupanti sono quelli relativi al primo trimestre 2023, nel quale è stato registrato un -23,8% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Il timore del tasso variabile colpisce un mercato ove fino alla primavera 2022 i compratori, non ancora mossi dalla svolta Bce e dal conseguente aumento dell’Euribor, potevano sottoscrivere tassi tra l’1 e il 2% fissi e andare incontro a rate comode e ben spalmate.