Netflix, è febbre abbonati. L’annuncio su Hastings
Il nuovo piano base di Netflix, lanciato lo scorso 3 novembre in diversi paesi tra cui l’Italia e gli States, dà i suoi frutti. E’ quanto emerge dalla trimestrale relativa agli ultimi mesi del 2022 che il colosso Usa dello streaming ha diffuso, dopo la fine della giornata di contrattazioni a Wall Street.
Se è vero che gli utili hanno sofferto un forte dietrofront, il numero degli abbonati è schizzato al rialzo.
Netflix ha fatto ieri anche un altro grande annuncio: il co-amministratore delegato Reed Hastings lascerà l’incarico attuale per diventare presidente esecutivo del gruppo.
Sarà Greg Peters, COO di Netflix, ad assumere la carica di co-CEO, insieme a Ted Sarandos.
Tornando alla buona notizia del gigante dello streaming, che si conferma tra le Big Tech Usa più importanti e che fa parte sia del ‘club’ FANG che di quello FAANG, va ricordato l’assist del piano base più economico alla crescita del numero degli abbonati.
Il piano base con pubblicità, che prevede l’introduzione di annunci pubblicitari al costo di 6,99 dollari al mese rispetto ai 15,49 dollari del piano standard, ha evidentemente convinto in molti ad abbonarsi a Netflix, in tempi di boom dell’inflazione a livello globale.
Si tratta di un’offerta disponibile dall’inizio di novembre in 12 paesi, ovvero Australia, Brasile, Canada, Corea, Francia, Germania, Giappone, Italia, Messico, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti.
“Intrattenimento imperdibile a un prezzo imbattibile: Base con pubblicità costerà solo 5,49 euro al mese in Italia e sarà disponibile dal 3 novembre alle ore 17″, annunciava Netflix alla metà di ottobre.
Detto questo, nella conference call indetta per commentare i numeri della trimestrale,
Netflix ha tenuto a precisare che, in termini relativi, il numero dei nuovi abbonati al suo nuovo piano con interruzioni pubblicitarie non è stato poi molto diverso dalla crescita degli abbonati ad altri piani, così come non ci sono stati molti casi in cui gli abbonati hanno deciso di passare da un piano più costoso a quelli più economici.
Il gigante dello streaming ha messo in evidenza che chi è abbonato al suo piano premium e ad altre sue offerte più costose raramente decide di passare ai suoi piani più economici.
“Il 2022 è stato un anno difficile, con un inizio accidentato e una fine più luminosa – si legge nel comunicato stampa di Netflix – Crediamo di avere a disposizione un chiaro percorso per tornare ad accelerare la crescita del nostro fatturato: continuare a migliorare tutti gli aspetti di Netflix, lanciare una condivisione (del servizio) a pagamento e puntare sulla nostra offerta di spazi pubblicitari. Come sempre, la nostra stella polare rimane soddisfare i nostri clienti e costruire una redditività sempre superiore nel corso del tempo”.
Tornando ai numeri del 2022 e della trimestrale, il fatturato di Netflix si è attestato a $7,85 miliardi, lievemente al di sotto dei $7,86 miliardi previsti dal consensus, a fronte di utile per azione su base adjusted (eps) di $0,12, livello decisamente peggiore rispetto agli $0,58 stimati, che però Wall Street ha deciso di snobbare, visto che il titolo è andato subito su di giri , con il mercato che ha puntato piuttosto sul boom degli abbonati.
Il trend trimestrale degli utili non è stato certo positivo, visto che l’utile netto è capitolato a $55 milioni, o per l’appunto a 12 centesimi per azione, rispetto ai $607 milioni, o $1,33 per azione, del quarto trimestre del 2021.
Il fatturato è salito invece dell’1,9%, a $7,85 miliardi, in linea con le attese del consensus.
Guardando avanti, Netflix ha detto di prevedere una crescita del fatturato nel primo trimestre del 2023 del 4%, più alta del +3,7% previsto dagli analisti di Wall Street.