Abi, Patuelli: NPL italiani in calo del 25% in sette mesi, insopportabili lezioni su quello che dovremmo fare
Antonio Patuelli, numero uno dell’Abi, non accetta di prendere lezioni sul sistema bancario italiano dopo gli sforzi compiuti nell’ultimo periodo, che hanno reso possibile un notevole calo dei crediti deteriorati (NPL). E in occasione di un convegno sulle banche, organizzato dalla Cgil, fa notare che in sette mesi i crediti deteriorati che affliggono le banche italiane sono scesi del 25%: “un dato inimmaginabile fino a poco tempo fa”.
L’ironia non manca ed è destinata a tutti coloro che hanno a suo avviso lanciato campanelli di allarme continui sulle condizioni del sistema bancario italiano.
“Siamo andati avanti per tanto tempo con quello che era diventato il problema mondiale, ossia gli Npl italiani. Ma da quando sono calati in sette mesi del 25% non ne sento più parlare”.
E, ancora, Patuelli è convinto che il settore bancario italiano sia stato quello più interessato da un processo di risanamento negli ultimi anni.
“il comparto bancario in Italia è quello che si è ristrutturato di più rispetto al passato decennio. Sono insopportabili le lezioni di coloro che vogliono insegnarci quello che dovremmo fare e che, invece, abbiamo già fatto e questo riguarda anche i crediti deteriorati”.
Il numero uno dell’Associazione bancaria italiana si chiama anche fuori dal coro di chi afferma che le nuove tecnologie applicate in banca metteranno in pericolo i posti di lavoro di 100.000 bancari. Tra questi l’ex amministratore delegato di Citibank, Vikram Pandit, che ha prospettato la necessità di tagliare del 30% il numero dei bancari, nell’arco dei prossimi cinque anni.
Patuelli non condivide uno scenario tanto nefasto per i bancari e, sempre in occasione del convegno della Cigl, ha assicurato che “tutte le nuove tecnologie delle banche dovranno essere gestite, non si eliminerà il fattore umano”.
A conferma della fiducia che Patuelli dà alle banche italiane, proprio oggi è stato reso noto il Report mensile dell’Abi da lui presieduta, che ha messo in evidenza il forte calo delle sofferenze nette delle banche italiane. La flessione, in particolare, è stata di 23 miliardi rispetto al livello massimo delle sofferenze nette raggiunto nel 2015. Incoraggianti anche i dati relativi alla raccolta degli istituti.