Affitto: canone concordato stravince grazie alle agevolazioni fiscali, ma a Milano non conviene
Canone concordato stravince. E’ infatti il contratto d’affitto più utilizzato e apprezzato da proprietari e inquilini grazie ai vantaggi fiscali che offre. Lo dimostra una rilevazione di SoloAffitti, su un campione di 60 province italiane. In un terzo dei casi analizzati (20 province) viene utilizzato in oltre il 75% dei contratti d’affitto; in 23 province il canone concordato rappresenta fra il 50 e il 75% dei contratti totali; in 9 province si colloca in una fascia tra il 25% e il 50% dei contratti di locazione e solo in 7 province si scende al di sotto del 25%.
A Milano non conviene
L’Italia che non utilizza il canone concordato si divide tra chi ha accordi territoriali ancora molto datati (un numero davvero molto esiguo di comuni, ormai, dopo la corsa ai rinnovi degli accordi territoriali che la riforma del canone concordato del 2017 ha comportato) e chi invece ha fissato valori del canone concordato non allineati al mercato.
A Milano e in alcune province confinanti (Como, Varese, Bergamo, in parte quella di Monza-Brianza) i prezzi sono, in diversi comuni, molto più bassi rispetto a quelli di mercato e i proprietari non sono incentivati a scegliere il canone concordato.
Situazione opposta a Roma, Bolzano, Treviso, e in alcune zone della provincia di Arezzo, di Imperia e di Pescara dove i prezzi medi “concordati” tra associazioni dei proprietari, degli inquilini e comuni, sono talvolta persino superiori a quelli di mercato, specie in questo periodo che ha visto scendere i prezzi degli affitti. Per questo motivo agli inquilini non conviene scegliere questa tipologia di contratto.
“Il problema della sovrastima, o ancor peggio della sottostima, dei prezzi fissati negli accordi territoriali – afferma Isabella Tulipano, PR & Brand Manager di SoloAffitti – non agevola certo l’utilizzo del canone concordato, che potrebbe assolvere soprattutto in questo periodo a una funzione sociale, facendo risparmiare gli inquilini, che pagano un canone più basso dei prezzi di mercato, e guadagnare altrettanto o persino di più ai proprietari, grazie alle minori tasse da pagare”.
I vantaggi fiscali del canone concordato
Il canone concordato si può declinare fra contratti 3+2, transitori e per studenti universitari fuori sede. Grazie al concordato il locatore può godere di una cedolare secca sui redditi da affitto al 10% anziché al 21% e di uno sconto IMU del 25%, potendo godere di un reddito da locazione al passo con quello ottenibile al libero mercato in quasi tutte le province grazie al recente rinnovo degli accordi territoriali.