Agcom chiama a rapporto Facebook. Cambridge Analytica, Steve Bannon e e il piano fake news per condizionare voto
Facebook accerchiata dai sell off sul titolo in Borsa e dalla richiesta di chiarimenti che arrivano da tutto il mondo. Oltre alla convocazione dell’Ad Mark Zuckerberg da parte del Parlamento del Regno Unito, e all’indagine lanciata dalla Federal Trade Commission americana, l’Italia chiama a rapporto il social network.
Lo scandalo Datagate mette sull’attenti tutti. E così si muove anche l’Agcom, sulla scia dello scandalo che vede coinvolta Cambridge Analytica, società che ha lavorato per la campagna elettorale di Donald Trump e che è riuscita ad accedere alle informazioni personali di più di 50 milioni di utenti Facebook, allo scopo di creare un enorme database su milioni di elettori americani, e condizionarne il voto nell’Election Day.
Scatta così la richiesta dell’Agcom a Facebook sull’utilizzo di “data analytics” per fini politici. Nella nota dell’Agcom viene precisato che la richiesta arriva “a seguito della recente diffusione di notizie relative all’attività svolta dalla società Cambridge Analytica, cui ha fatto seguito l’indagine dell’autorità indipendente britannica ICO – Information Commissioner’s Officer – relativa ai rapporti tra partiti politici, ‘data companies’ e piattaforme online per la profilazione degli utenti e la personalizzazione dei messaggi elettorali”.
Lo scandalo si allarga con la diffusione da parte di London’s Channel 4 News di un video scottante, che riporta i commenti dell’ormai ex amministratore delegato di Cambridge Analytica, Alexander Nix (sospeso).
Il video undercover è sull’incontro di Nix con un giornalista sotto copertura, che finge di essere un faccendiere per conto di un cliente che desidera condizionare l’esito del voto in Sri Lanka. Presenti anche il direttore esecutivo della divisione di politica globale di Cambridge Analytica, Mark Turnbull, e Alex Tayler, responsabile ricercatore dei dati.
Nell’incontro, filmato, si vedono i dirigenti che parlano della possibilità di circuire i candidati al voto non graditi al facoltoso cliente, con tangenti, fake news e ricatti di natura sessuale, attraverso lo sfruttamento di lavoratrici del sesso ucraine.
A parte il video, che sembra confermare la presenza di una strategia ad hoc volta a condizionare l’esito delle elezioni non solo Usa, l’altra notizia bomba che complica il caso è che, a guidare il piano volto ad acquisire informazioni personali su più di 50 milioni di utenti di Facebook, è stato inizialmente Steve Bannon, l’ex stratega della Casa Bianca considerato il (ora ex) secondo uomo più potente di Washington, poi licenziato a seguito delle rivelazioni del libro Fire and Fury: Inside the Trump White House, scritto da Michael Wolff.
Ed emerge anche che l’ondata di sell off che ha travolto le quotazioni di Facebook a Wall Street ha zavorrato anche la ricchezza dell’amministratore delegato Mark Zuckerberg che, con le perdite del titolo – che ha ceduto fino a -5% ieri e fino a -8% lunedì – ha visto azzerate nell’arco di due sole sessioni $9 miliardi. Tanto che ora, dal quarto posto che deteneva nella classifica degli uomini più ricchi al mondo, Zuckerberg è ora ‘solo’ al quinto posto.
In vetta alla classifica e prima di lui ci sono Jeff Bezos, numero uno di Amazon, Bill Gates, Warren Buffett e Amancio Ortega.