Alitalia dà buca ai sindacati: trattativa con Delta in salita e cambio governo allunga i tempi
Dossier Alitalia di nuovo in alto mare con la crisi di governo in pieno agosto che ha reso decisamente più difficile il rispetto del termine del 15 settembre per la presentazione delle offerte vincolanti. Stando a quanto scrive oggi Repubblica, non ci sarà l’atteso incontro tra Fs, Atlantia e Delta che avrebbe dovuto svolgersi sabato negli Usa, ad Atlanta.
Commissari fanno saltare incontro con sindacati
Intanto, ieri è stato annullato all’ultimo moemnto l’incontro informale tra commissari straordinari di Alitalia e sindacati che avrebbero dovuto discutere del nuovo piano, in particolare della questione esuberi. Rinvio dovuto a sopraggiunti impegni dei commissari, ma secondo quanto riferito all’agenzia Agi dal segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, a pesare è “la situazione politica fluida che c’è in questo momento”. Considerando che la nuova Alitalia sta nascendo con un ruolo pubblico di primo piano, i sindacati rimarcano come l’indirizzo del nuovo governo sarà decisivo.
Trattative con Delta si complicano
Le ultime notizie danno in aumento le frizioni tra i potenziali nuovi soci. Stando alla ricostruzione dell’articolo odierno di Repubblica, ci sarebbe stata una impuntatura di Delta, che starebbe relegando Alitalia a un ruolo secondario all’interno di Blue Skies, il nuovo accordo sui voli transatlantici gestito da Delta e Air France-Klm. Delta inoltre chiederebbe sui biglietti “staccati” dalla compagnia italiana, per passeggeri in partenza dal nostro Paese, dei compensi ‘molto elevati e insostenibili’.
Cambio governo rischia di dilatare i tempi
Parallelamente si attende la formazione del nuovo esecutivo M5S-Pd per far ripartire il dossier da basi nuove. Come ricorda il quotidiano diretto da Carlo Verdelli: da una parte ci sono i 5Stelle e la loro voglia matta di nazionalizzare la compagnia affidando la maggioranza del pacchetto della newco a Fs e ministero dell’Economia nella veste di soci di riferimento, sostenuti dagli azionisti privati Delta e Atlantia. Dall’altra c’è la posizione dei dem, da sempre contrari all’ipotesi grillina e aperti a soluzioni di mercato.