Alitalia: EasyJet prende tempo, fino al 4 marzo per pensare. Tria frena sulla rinazionalizzazione
La rotta verso la nuova Alitalia si fa più incerta. Il governo sembra essere diviso sulla portata dell’impegno dello Stato nel salvataggio della compagnia aerea italiana, con il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che frena sull’ipotesi di rinazionalizzazione. E intanto dal primo incontro, che si è svolto ieri a Londra, tra Delta AirLines, EasyJet e Ferrovie dello Stato (FS), i tre soggetti in prima fila per il rilancio, sono emerse alcune perplessità.
Secondo quanto riportato da La Repubblica, EasyJet avrebbe preso tempo per valutare impegni e benefici. Sulle pagine del quotidiano si apprende che gli advisor del vettore low cost britannico hanno raffreddato gli entusiasmi mostrando alcuni timori sulla riuscita del progetto, e in particolare sull’attività di medio raggio della nuova Alitalia. EasyJet si sarebbe presa una decina di giorni, fino al 4 marzo, per pensarci e decidere se accettare la proposta di FS o abbandonare il progetto.
La scorsa settimana Delta e EasyJet avevano confermato il loro interesse e disponibilità a collaborare per rilanciare la compagnia italiana insieme a Ferrovie. Con un investimento nella nuova Alitalia, stimato in circa 400 milioni di euro, potrebbero infatti rafforzare la loro presenza sul mercato italiano, con il vettore britannico principalmente interessato alle rotte europee mentre Delta guarderebbe alle tratte oltremare. Su questo punto è intervenuto il vice premier Matteo Salvini, che in una intervista a RTL 102.5, ha voluto precisare: “E’ chiaro che ognuno tira l’acqua al suo mulino, però senza commettere gli errori del passato, è troppo importante avere una compagnia di bandiera che punti sull’Italia e che riapra alcune rotte che sono state chiuse”.
Sulla vicenda Alitalia è intervenuto anche Tria: “I negoziati con Delta ed EasyJet sono in corso sulla nuova compagine azionaria – ha detto rispondendo alla question time alla Camera – Ove questo si concluda positivamente e produca un piano industriale robusto, nel pieno rispetto delle normative italiane ed europee sugli aiuti di Stato e che consenta di stare sul mercato, il Mef potrà considerare una partecipazione”. In che percentuale? Il ministro ha precisato: “su percentuali e cifre, non esistendo ancora il piano industriale, non posso rispondere”, ma ha aggiunto di non voler “rinazionalizzare” la compagnia. Secondo le ultime indiscrezioni, il Tesoro italiano sarebbe arrivato a detenere una quota di minoranza, tra il 15 e il 25%, della nuova Alitalia.